Di Redazione
Si gioca con i numeri, ma non con il pallone. La Federazione Italiana Pallavolo “aggiorna” per l’ennesima volta il protocollo di ripresa degli allenamenti in vigore ormai da due mesi, nel senso che ne modifica il numero (passando dal 5 al 6) ma ne lascia totalmente invariato il testo e, quindi, le pesantissime limitazioni imposte all’attività sui campi. Un rituale divenuto francamente imbarazzante, anche perché c’è un altro numero che preoccupa non poco gli addetti ai lavori e i praticanti: la nuova data di scadenza del provvedimento, i cui effetti dureranno almeno fino al prossimo 31 luglio.
In una nota, la Fipav scarica esplicitamente la responsabilità del mancato aggiornamento sul Governo, sottolineando “la profonda e crescente delusione per una situazione di stallo che di fatto non permette la ripartenza della più che attesa attività di beach volley che in questo periodo dell’anno avrebbe conosciuto la sua massima espressione“, e ribadendo “che a questo punto sarebbe stato auspicabile attendersi un’apertura da parte della normativa governativa che avrebbe consentito delle variazioni più strutturali del protocollo stesso e quindi una progressiva normalizzazione dell’attività sportiva, soprattutto quella sulla sabbia“.
Parole che non offrono grande sollievo a chi attende con ansia di tornare a praticare il suo sport, anche perché il problema non riguarda certo solo il Beach Volley, disciplina che pure in altri paesi è ripresa a pieno ritmo e si prepara ormai ai primi appuntamenti agonistici internazionali. A essere coinvolte sono anche tutte le squadre di pallavolo indoor che hanno già ripreso la preparazione e che, in base alle regole di distanziamento imposte dal protocollo, almeno fino ad agosto resteranno ben lontane da un programma di allenamenti completo. Ed è tutto da valutare ciò che accadrà in seguito: si prenderà finalmente coscienza del problema o si continuerà a colpi di paradossali “aggiornamenti” numerici?
(fonte: Federvolley.it)