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Il recupero di Baladin continua: “Finalmente è tornata a camminare”

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Di Redazione

Marco Aurelio Motta e lo staff dell’Eczacibasi VitrA Istanbul, in un’intervista concessa alla CEV, fanno il punto sulla riabilitazione della schiacciatrice Hande Baladin, che sta approfittando della lunga sosta per l’emergenza coronavirus per recuperare dalla frattura al piede subita in Champions League: “La sua muscolatura sta migliorando. Per quasi due mesi è stata costretta a stare completamente ferma, ma adesso può cominciare a caricare di più“.

Non è facile seguire le giocatrici a casa – spiega il fisioterapista della squadra, Eduardo Romerocosì siamo riusciti ad aprire la palestra del club per Hande e anche per Yasemin Güveli. Il suo programma include alcuni esercizi per la riabilitazione e altri del suo programma personale. Hande ha cominciato a camminare normalmente la scorsa settimana, avrà bisogno di almeno altre 8 settimane di duro lavoro per ricominciare ad allenarsi come prima. Ha migliorato la sua performance praticamente in ogni seduta e sta migliorando sempre più. Abbiamo lavorato anche sull’infortunio alla spalla che ha subito in passato, rinforzando la parte superiore del suo corpo per far sì che non avesse più dolore in fase di schiacciata“.

Insieme alle giocatrici – aggiunge Romero – cerchiamo di gestire questo periodo nel modo migliore possibile. Proviamo a variare i loro programmi e seguirle individualmente, perché ognuna di loro ha attrezzi diversi a casa. Alla fine di ogni settimana, parliamo con le ragazze per capire come sono andati i loro esercizi e se vogliono aggiungere qualcosa di particolare“.

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Stiamo provando a pianificare i nostri prossimi passi – continua Motta – tenendo sotto controllo la condizione e i progressi delle nostre giocatrici. In più guardiamo video e analizziamo partite e scout: è un ottimo periodo per studiare. Abbiamo tempo per approfondire un sacco di cose che normalmente non riusciamo a vedere. Allenatori e preparatori si sentono frequentemente in videochiamata, è facile trovarsi perché siamo tutti a casa e c’è più tempo per parlare. Anche con la mia famiglia parlo per un’ora, un’ora e mezza al giorno: l’importante è crearsi le proprie routine“.

(fonte: Cev.eu)

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