Foto: Mari.Ka Torcivia

Il segreto di Filippo Lanza: "Gioco per divertirmi e far divertire. Vincere è bello, ma c’è ben altro"

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Di Roberto Zucca

C’è un prima e un dopo, come in ogni cosa. C’è un prima di questa intervista, realizzata in un momento storico molto difficile per la pallavolo, e in quel “prima” Filippo Lanza è stato – con la maglia della Sir Safety Conad Perugia – un autentico protagonista della stagione che domenica si è bloccata.

E ci sarà, sì, un dopo. Un proseguimento che fino a questo momento vede il campionato sospeso, ma la Champions League in continuo aggiornamento. Noi ci atteniamo alle comunicazioni che arrivano dalla Federazione e dalla CEV”.

E quali sono le possibili evoluzioni?

Si è parlato di giocare contro il Fakel in campo neutro. Stiamo aspettando disposizioni. Noi l’andata sul loro campo l’abbiamo giocata, ma fino a ieri la squadra russa non voleva venire in Italia, nonostante che non fossimo nella cosiddetta zona rossa. Da martedì sera, tutto è di nuovo cambiato. È una situazione in costante divenire”.

Che effetto le fa tutto questo?

Strano, naturalmente. Vedere Civitanova-Trento domenica senza pubblico e sentire alcuni amici che l’hanno giocata è stato importante per capire che noi siamo anche il pubblico che va a vedere le partite. E senza il pubblico, questo sport perde di significato”.

Mi spieghi meglio cosa prova.

Non ho mai giocato per il gusto di vincere uno scudetto a fine stagione. Ho giocato per passione, per spirito di sacrificio, per migliorarmi, naturalmente anche per il successo. Ma ho giocato soprattutto per divertirmi e per far divertire quelle persone che amano noi e lo sport che poi è la mia professione. Lo scudetto è la realizzazione di tutto questo. Ma c’è ben altro”.

Le chiedo se c’è un prima e un dopo anche per Filippo Lanza, perché una dichiarazione del genere non sarebbe stata da lei qualche anno fa.

Lei dice? C’è un Filippo che a Trento nasce e cresce pallavolisticamente. È un Filippo figlio di parecchie stagioni giocate in una piazza che mi ha dato tutto. Poi c’è Perugia, e sono arrivato in una città che aveva già vinto molto e nella quale, durante il primo anno, mi sono adattato. Avevo bisogno di una mia dimensione perché era tutto diverso”.

Quest’anno sembra un po’ che sia lei la dimensione di quella Perugia.

Questo mi fa piacere. Continuo a fare il mio lavoro. Penso di dare tutto ciò che ho in campo, laddove mi viene concesso di potermi esprimere. Se poi la conquista delle vittorie è ottenuta grazie al mio contributo, ho sicuramente raggiunto lo scopo”.

Sbaglio se penso che lei ha maturato nel tempo la concezione di poter fare la differenza in questo sport?

La ringrazio se lo pensa. Si lavora costantemente per fare la differenza e si lavora per alzare l’asticella ogni giorno. Le consapevolezze si maturano col tempo, ed è corretto dire che man mano ci si accorga che ciò che si può fare è sempre qualcosa in più rispetto all’anno precedente. Io sono uno che si crea le occasioni. Farlo con la maglia di Perugia o con quella della nazionale è un di cui”.

So che tiene molto alla sua vita privata. Quando si impara a fare pace con la propria popolarità?

Quando la condivisione diventa un lavoro, ad esempio. Quando, dopo le Olimpiadi, ti accorgi che qualcosa del tuo vissuto viene fuori non tanto perché lo fai uscire tu, quanto perché dall’esterno vieni stimolato a farlo. O semplicemente perché ci pensano gli altri”.

È curiosa l’uscita del suo presidente durante un’intervista, in cui ha attribuito il suo periodo buono alla sua nuova compagna. Ci ha riso su?

Sembrava, più che altro, che il mio rendimento dipendesse al 70% dall’allenatore e al 30% dalla mia compagna… non da me! Ho imparato a comprendere le dichiarazioni del mio presidente, che spesso sono dettate dalla passione che mette nel suo lavoro. Ho sorriso, poi in palestra ho continuato a fare quello che faccio tutti i giorni. Mettendoci il 100% di me stesso”.

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI