Il senso di responsabilità di Bartosz Kurek: "Resto a casa perché devo, ma anche perché voglio"

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Di Redazione

Nel mondo della pallavolo, tra i soggetti più colpiti dall’emergenza coronavirus ci sono naturalmente i giocatori stranieri, costretti in “quarantena” a grande distanza da casa e senza poter raggiungere i propri cari. Bartosz Kurek è tra questi, ma attraverso le sue storie Instagram ha voluto mandare un messaggio di speranza e tranquillità a tutti i suoi follower (oltre 166mila).

“Oggi è una bella giornata, ci sono 20 gradi – ha detto Kurek riprendendosi davanti alla Candy Arena – e mi chiedo cosa fare dopo l’allenamento. La risposta è che vado a casa, prima di tutto perché devo, ma in secondo luogo perché voglio. Conoscete perfettamente le notizie sul coronavirus: io non sono a rischio, ma non voglio tentare la fortuna. Quando ci siamo trasferiti a Monza con la mia fidanzata, siamo stati accolti dai vicini: una simpatica signora anziana e suo marito, più anziano di lei. Li vedo ancora oggi e non voglio mettere a rischio la loro salute”.

L’opposto polacco ha tenuto soprattutto a sottolineare che, in questo periodo di emergenza, è necessario affidarsi agli esperti: “Questo è il momento in cui dovremmo essere responsabili, non credere a tutto ciò che ascoltiamo e leggiamo. Non vi sto dicendo di restare a casa, non vi sto dicendo cosa fare e cosa non fare: lo so, ma non lo dirò. Ci sono luoghi e persone che forniscono queste informazioni in modo trasparente e chiaro. Spero che faremo tutto ciò che dobbiamo fare e torneremo molto presto alla normalità“.

(fonte: Sportowe Fakty)

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