Di Giovanni Saracino
C’è un pizzico di Puglia nella nordica Bergamo del volley. Vito Insalata, 43 anni, direttore sportivo dell’Agnelli Tipiesse, squadra capace di vincere 15 gare su 15 e di issarsi in vetta al torneo di A2 con ben 13 punti di vantaggio sulla seconda, è originario di Castellana Grotte in provincia di Bari ed ha cominciato la sua carriera di giocatore (giocava al centro) proprio nella sua città natale.
La notizia del rinvio del big match della quinta giornata di ritorno tra Prisma Taranto (seconda in classifica) e Agnelli Tipiesse Bergamo è giunta proprio alla vigilia della partenza per la difficile trasferta in Puglia.
“Purtroppo dobbiamo abituarci ad aspettare sino all’ultimo momento l’esito dei tamponi ed in questo caso è toccato a Taranto chiedere il rinvio” – afferma il diesse dei lombardi – “ Mi spiace perché ci saremmo confrontati contro una squadra forte, forse la più forte sulla carta del torneo. Per noi sarebbe stato un ulteriore test per capire la nostra tenuta psico-fisica”.
A proposito di Covid, la sua squadra è quella che ha patito meno le conseguenze del ritorno all’attività agonistica, ripartendo, a suo tempo, subito forte. Fortuna o altro?
A fine ottobre scorso abbiamo avuto otto positivi e siamo stati fermi trentacinque giorni. Forse il contraccolpo è stato attutito dal fatto che abbiamo iniziato un mese prima la preparazione rispetto alle altre squadre e questo ci ha un po’ favoriti dal punto di vista fisico. Poi non lo so se siamo stati bravi o fortunati o tutti e due. Fatto sta che siamo riusciti a tornare in poco tempo ad una buona condizione fisica ma le squadre forti alla vigilia del torneo erano altre.
C’è quasi questa sorta di scaramantico giochino mediatico volto ad indicare come favorite compagini diverse dalla propria. Però alla fine tutte vogliono vincere, non crede?
Sicuramente in partenza Bergamo non era a livello di Taranto o Siena come nomi. La nostra è un buona squadra, con l’età media di 23 anni che è la più bassa in assoluto ma non era la favorita principale per la promozione alla vigilia della stagione. Certo con il lavoro in palestra ed il talento di questi ragazzi eravamo convinti di poter dire la nostra in questa stagione. Sicuramente, attualmente, non mi nascondo, Bergamo gioca la miglior pallavolo della serie A2. Non capita tutti gli anni di perdere soltanto cinque set in quindici incontri. Sinora abbiamo fatto qualcosa di straordinario.
Qual è il segreto della costanza di rendimento della sua squadra?
Il gruppo,. E’ composto da ragazzi talentuosi che hanno una fame incredibile e voglia di migliorarsi ogni giorno il più possibile, coordinato da un allenatore che per la categoria rappresenta un lusso.
E poi avete un Finoli in più. Un palleggiatore che in tanti vi invidiano…..
Avevo già avuto modo di vederlo a Catania e ne avevo tratto un’ottima impressione. Appena c’è stata l’opportunità di ingaggiarlo non me la sono fatto sfuggire perché lui in questa categoria è un fuoriclasse. Lo reputo uno dei palleggiatori più forti della A2 e credo che lui possa ben figurare anche in Superlega. Senza nulla togliere agli altri nostri giocatori, lui è il nostro valore aggiunto.
Che tipo di campionato ha visto sinora? A vedere le prime quattro-cinque posizioni in classifica pare che i valori si stiano allineando alle previsioni della vigilia.
Si, con il passare del tempo i valori stanno venendo fuori. Le squadre piano piano si stanno assestando e credo che più ci si avvicinerà alla fine della stagione regolare e più la classifica sarà veritiera. Noi, ripeto, stiamo facendo qualcosa di straordinario ma sappiamo bene che i play-off saranno un’altra storia e dobbiamo continuare a lavorare bene per arrivare preparati quanto più possibile. Il torneo è sicuramente di buon livello ma c’è un abisso tra la serie A2 e la Superlega, molto più di quando ero giocatore.
Rispetto a quando giocava, la pallavolo quanto è cambiata?
Tanto. E’ meno tecnica e più fisica, non lo scopro certo io. Giocatori come Giani, Bernardi o Papi, faremo fatica a rivederli sul campo. Ora il gioco è sicuramente più spettacolare grazie alla maggiore velocità ma purtroppo gli allenatori, specie quelli dei settori giovanili, stanno mettendo da parte sempre più la tecnica per la potenza fisica. Si allena sempre meno la tecnica e questo è un peccato.
Il coach di Taranto, Vincenzo Di Pinto, parlando di lei ha detto che da giocatore avrebbe meritato qualcosa di più mentre da dirigente è già diventato molto scafato…..
Mi fa piacere. Lui ha speso sempre delle belle parole per me e lo ringrazio. Per me sono motivo di orgoglio e mi stimolano a far sempre meglio con grande umiltà.
Da buon pugliese che cosa può dire di Taranto e Castellana?
Castellana ormai sono anni che disputa stagioni di buon livello. La società investe sempre tanto, da parte mia c’è massimo rispetto anche perché un pezzo del mio cuore è lì dove ho vissuto per tanti anni. Riguardo Taranto posso dire che sono contento che si sia riaffacciata perché una piazza che ha visto disputare tanti buoni campionati di serie A e spero che per il futuro riesca ad ottenere degli ottimi risultati anche perché il nostro movimento ha tanto bisogno di gente appassionata, come la famiglia Bongiovanni.