Di Redazione
Una stagione travagliata sin dalle prime settimane di preparazione culminata con la retrocessione in B per l’Acqua Fonteviva Massa, ma con tutte le carte in regola per essere ripescata in A2 maschile. Il Presidente Italo Vullo, però, frena “l’entusiasmo”, se così possiamo dire, perché alla base ci sono molti più problemi di quelli che si possono immaginare. Il Patron toscano è pronto a trasferire tutto in un’altra città visto l’attuale silenzio dell’amministrazione comunale e non solo. Un peccato se questo dovesse succedere davvero, visto che la società ha dato lustro a Massa in tanti anni di pallavolo non solo con la prima squadra ma anche a livello giovanile.
Presidente una stagione che non ci si aspetta. Tante vicissitudini spiacevoli che hanno portato a una retrocessione.
“Sì, diciamo che è stata una stagione che è partita male, nel senso che in primis siamo dovuti andare a giocare a La Spezia perché a Massa non c’era un impianto in grado di ospitare manifestazioni di questo livello e la Lega Pallavolo non avrebbe omologato nessun palazzetto in provincia di Massa. Quindi ci siamo dovuti spostare e questo ci ha chiaramente creato una serie di problemi legati alla logistica, alla distanza, alla perdita di dirigenti, ecc. che chiaramente non ci hanno potuto seguire in quella zona. Nonostante questo eravamo comunque convinti di aver allestito una buonissima squadra, gli addetti ai lavori dicevano ad agosto che fossimo una delle squadre migliori del campionato, che potevamo rappresentare una sorpresa, perché, in effetti, era una squadra di ragazzi giovani, motivata, condita da qualche giocatore esperto come l’opposto brasiliano che aveva già giocato in Superlega ed era stato bravo l’anno precedente. Eravamo tranquilli sotto questo punto di vista: mai avremmo pensato di trovarci in una tale situazione a inizio anno”.
Parlando della prossima stagione, qualche settimana fa, lei ha rilasciato delle dichiarazioni forti sul futuro della società.
“Sì, è successo che l’amministrazione si è completamente rivelata assente. Ci avevano promesso un determinato impegno, una certa assistenza: avrebbero finito il palazzetto prima dell’inizio della stagione prossima, addirittura dovevano averlo finito un anno. In sostanza questo inverno mi avevano fatto delle promesse che hanno completamente disatteso e questo ci ha portato ad avere ulteriori sofferenze. Quindi se io devo stare in una città dove l’amministrazione mi fa delle promesse che non mantiene, dove l’imprenditoria non ci sente, dove io devo continuare a frugarmi in tasca regolarmente, allora dico che non ci sto a questo gioco”.
Quanto tempo si è dato per prendere una decisione definitiva arrivati a questo punto?
“In una decina di giorni vorrei prendere una decisione, anche perché vorrei fare la squadra e vorrei fare la serie A l’anno prossimo, però ripeto, se devo fare la serie A con il supporto inesistente della città di Massa, non ritengo neanche giusto che io porti in giro il nome della città per l’Italia. Niente Massa, niente settore giovanile. Se non faccio la serie A, non faccio neanche il settore giovanile e quindi poi ovviamente qualcuno ne pagherà le conseguenze e me ne vado da un’altra parte!”.
La bella notizia Presidente Vullo comunque che non vuole chiudere la società ma spostarla altrove.
“Se consideriamo che quest’anno abbiamo giocato a La Spezia, chiamandoci Pallavolo Massa e quindi giocando da “stranieri” in una città che ci vedeva fino a poco tempo fa “nemici”, tanto vale allora che io vada, per ipotesi, a La Spezia a giocare come Pallavolo La Spezia! Non me l’ha detto nessuno che mi devo chiamare Massa se la città di Massa non ci vuole. Io mi auguro di non sparire, io mi auguro semplicemente che si riesca a cambiare la città e quindi che la realtà nostra rimanga quella. Sparirà la pallavolo a Massa, perché noi siamo l’unica società in tutta la provincia di Massa Carrara che fa attività giovanile maschile, quindi nel momento in cui io mollo le giovanili credo che qui finisca tutto. Spero che il Sindaco e l’Amministrazione capiscano ma secondo me purtroppo non ci sentono…”.