C’era anche Ivan Zaytsev tra i 50 atleti che hanno partecipato, insieme alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla serata organizzata a piazza Colonna a Roma in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione contro le donne. Un evento che coincideva con l’accensione di una videoinstallazione che proietta sulla facciata principale di Palazzo Chigi uno slogan contro la violenza sulle donne con il numero di emergenza 1522.
L’ex azzurro, schiacciatore della Cucine Lube Civitanova, ha dedicato un lungo post su Facebook al tema della violenza sulle donne: “A tanti non importa abbastanza, o non si sentono coinvolti, e parlo di noi uomini. Io, da marito e genitore di un figlio maschio e due figlie femmine, non posso non mettermi in discussione; da padre sono responsabile per la loro crescita e sicuramente posso migliorarmi in qualcosa, come ognuno di noi. Iniziando dal dare il buon esempio in casa ma anche al di fuori delle quattro mura domestiche, parlando con i miei ragazzi che, seppur molto giovani, sono ben capaci di comprendere il motivo per cui con loro parlo di emozioni, relazioni interpersonali e libertà. Non è facile ma è indispensabile!“.
“Perché l’amore non è possesso, non è ossessione – continua Zaytsev – non è un assedio ne un ricatto emotivo. Perché le donne capiscano e riconoscano i primi segnali di una relazione disfunzionale, perché noi genitori dobbiamo toglierci dall’idea che se si tratta dei nostri figli questi non siano perfetti così come ce li immaginiamo, perché gli uomini, soprattutto gli uomini, devono accettare un no perché no non può avere altre interpretazioni personali, perché la nostra libertà finisce davanti alla libertà di un altra persona che come tale ha il diritto di dirci basta e noi l’obbligo di lasciarla andare per la sua strada“.
“Lo sport in questo mi ha insegnato tanto, dalle regole al fair play, dal fallimento alla resilienza. Come uomo, padre e sportivo sento nel profondo un grande dolore nel comprendere che una delle emozioni a me più care, l’empatia, non è il nostro ‘pane quotidiano’. Affinché non ci sia più un altra donna vittima di violenza sessuale, fisica o psicologica ci vogliono bambini a cui sia stato insegnato in famiglia e a scuola che questi comportamenti sono potenzialmente molto pericolosi, prima ancora che arrivi l’adolescenza, periodo di per sé fortemente intriso di insicurezze e fragilità, per non ritrovarci giovani uomini che non sanno accettare un no, un fallimento o una sconfitta e credono che una donna non abbia il pieno diritto di autodeterminarsi” conclude l’ex giocatore della nazionale, prima dell’invito alle donne vittime di violenza a contattare immediatamente il numero 1522.
(fonte: Ivan Zaytsev)