Quando si dice il caso… l’ultima partita in Italia di Ivan Zaytsev è stata contro la Lube, sua ex squadra, ed è stata anche una vittoria, nel giorno di Santo Stefano, davanti ai 3mila dell’Opiquad Arena. Finita la partita lo Zar si è intrattenuto a lungo per salutare quello che era diventato il suo nuovo pubblico, ha firmato la solita valangata di autografi, si è smascellato per sorridere in un centinaio di selfie, poi ha preso la sua auto e si è messo in viaggio verso casa.
Pochi giorni da trascorrere in famiglia, con moglie e figli, poi il 31 dicembre la partenza in direzione Istanbul dove lo attende una maglia giallorossa con il suo nome, quella del Galatasaray. Con i turchi per ora ha firmato un contratto fino a fine stagione, poi al limite si vedrà.
A Monza Zaytsev lascia sicuramente un bellissimo ricordo di sé: professionista esemplare, il classico giocatore che arriva per primo in palestra e a fine allenamento, quando gli altri si tolgono le scarpe e prendono la via dello spogliatoio, è ancora lì a farsi sparare palloni addosso, per poi smettere solo quando arriva la squadra femminile del Vero Volley a reclamare il campo.
Zaytsev professionista lo è stato fino alla fine anche nel discutere l’eventuale prolungamento fino a fine stagione (l’accordo iniziale scadeva a fine 2024): ha fatto una scelta personale, è rimasto fermo sulla sua posizione, ha mantenuto il punto e alla fine ha salutato tutti, dal primo all’ultimo, con lo stesso garbo del primo giorno. E lo stesso ha fatto anche il Vero Volley, che oggi, con una nota ufficiale, lo “ringrazia per la disponibilità dimostrata e gli augura il meglio per il suo futuro”. Messaggio “vero”, non di circostanza.
E dire che in tanti, ancora oggi, lo dipingono come uno “ingombrante“. Noi, personalmente, di ingombrante in questi mesi abbiamo visto solo la sua generosità in campo e in palestra. Un modello che tanti giovani, e tanti meno giovani, dovrebbero prendere ad esempio.
Di Giuliano Bindoni