Di Roberto Zucca
Complici il suo entusiasmo e il suo grande talento, la Kioene Padova ha centrato una salvezza in cui, nel corso dei mesi, era diventato più complicato credere. Jan Zimmermann ha salutato solo pochi giorni fa la città veneta, concedendosi qualche settimana di stop, per dedicarsi poi all’estate che lo vedrà impegnato come uno dei punti fermi della nazionale tedesca:
“Sarò a casa in Germania fino alla fine di aprile. Quest’anno ho bisogno di prendermi un momento di stacco. È stato un periodo molto intenso che, dalla nazionale, mi ha visto subito passare a Padova per affrontare una stagione a tratti non semplice. Sono stato a casa tre giorni nell’ultimo anno e adesso ho come il bisogno di ricaricare le energie“.
Ha ringraziato Padova per una stagione ricca di ‘up and down’.
“Siamo partiti in maniera forte, poi nel periodo post Covid abbiamo sofferto un po’, fino alle ultime giornate in cui abbiamo dato il massimo perché volevamo tutti la salvezza. Ed è arrivata. Per me è stato intenso perché non avevo mai giocato per salvarmi, ed è un obiettivo che ti mette addosso una pressione diversa rispetto ad altri traguardi da raggiungere. È stato utile, ho imparato ad affrontare anche questa pressione“.
Umanamente mi è sembrato un bell’anno.
“Fantastico. Un gruppo di persone con cui sono stato davvero bene. Ho legato molto con Vitelli, con Bassanello, ma anche con il secondo opposto Tommaso Guzzo, a cui ho fatto un po’ da papà. Ci siamo presi, e alle volte ho usato anche dei modi severi per fargli capire come avrebbe dovuto migliorare. Sono tutti degli ottimi atleti alla Kioene. Ho anche conosciuto molte persone fuori dal campo. E ho avuto modo di stringere amicizia anche con Alberto Polo“.
Mi dica ciò che vuole di Alberto.
“È una bella persona. Si trova in una situazione difficile e stiamo provando anche con Marco e Tommaso a stargli vicino. Spero di rivederlo presto in campo, perché, oltre ad essere una persona che stimo e con cui ho stretto amicizia, è un ottimo giocatore“.
Su Cuttini invece, ha scritto che lei è stato la sua mano destra.
“Sì, ho scritto questo perché si è creato un buon rapporto di fiducia. Mi ha voluto a Padova perché sapeva che avrei portato forse l’esperienza e anche la voglia di trasmettere qualcosa a un gruppo anagraficamente più giovane di me. Ho creato un bel rapporto. Era il mio modo per dirgli grazie di una stagione che porterò con me“.
Dove la porterà ora la pallavolo?
“In nazionale! Dobbiamo pensare ai Mondiali, alla Final Six di VNL a Bologna, e poi a Parigi. Io l’Olimpiade la voglio fortemente“.
Dovrete affrontare il cambio di allenatore.
“Sì, siamo pronti, sarà sfidante. Dobbiamo tutti ripartire e sono curioso di capire come andrà. Certo, l’affetto per Andrea Giani e per tutto quello che ho fatto con lui resta“.
Più felice per la possibilità offerta ad Andrea, o più triste che abbia lasciato la vostra nazionale?
“Ho capito molto bene la sua scelta, e mi creda, nessuno, di fronte alla sfida di portare i campioni in carica a giocare le Olimpiadi nel proprio paese, avrebbe detto di no. Poi certo, dispiace per il rapporto che si era creato. Diciamo, quindi, cinquanta e cinquanta!“.
Per lei, il mercato non si è ancora pronunciato. Mi dica almeno se resterà in Italia?
“Non posso dire nulla, perché non ho ancora deciso. Mi sono arrivate delle proposte e sono in fase di analisi. Il mercato dei palleggiatori in Italia è molto difficile. Certo, io in Italia mi sono sempre trovato bene. Ma per ora, mi creda, non so ancora nulla. Capiremo meglio nelle prossime settimane“.