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JBA Beach Volley: “Bisogna dare il segnale che anche noi vogliamo ripartire”

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Di Redazione

Tutta l’Italia sta vivendo in un clima di incertezza e preoccupazione.

La pallavolo non è da meno e neanche il beach volley.

Per lo sport simbolo della bella stagione non sarà, infatti, un’estate come le altre. Difficilmente si potranno rivedere i grandi tornei degli anni scorsi, con centinaia di atleti e spettatori. Ma la prospettiva, e la speranza, è che la stagione comunque possa partire.

Come riportato oggi da “La nuova di Venezia e Mestre” staff della JBA Beach Volley, che gestisce le arene di Jesolo e Caorle, sta già però pensando a formule diverse: “Portare avanti una stagione, con il rischio di fare poche attività, è complicato. Ma bisogna dare il segnale che anche noi vogliamo ripartire, proprio come fanno gli albergatori” spiega il direttore generale Nadale Korbinian, “anche noi, come tutti, vogliamo fare la nostra parte”.

Le variabili di cui si dovrà tenere conto sono tante. Non solo la data di apertura della spiaggia (per ora si ipotizza il 1° giugno), ma anche i costi non indifferenti che comporta riaprire l’arena e le norme di distanziamento a cui ci si dovrà attenere.

Stiamo aspettando che ci diano delle disposizioni su quello che potremo fare, perché a oggi non lo sappiamo”, chiarisce Korbinian, “finora abbiamo fatto solo la manutenzione delle palme, dopo che i decreti hanno autorizzato gli interventi sul verde. Nel momento in cui sapremo di poter iniziare a lavorare, impiegheremo due settimane a montare l’arena a Jesolo e due a Caorle”.

Nel frattempo sono stati rinviati i due meeting inaugurali di maggio e anche l’appuntamento con il “Beach & Volley School“, insieme a Raduni Sportivi, che avrebbe richiamato tremila studenti. Mentre per il camp estivo di Andrea Lucchetta si spera di programmare una data alternativa. C’è poi la questione dei grandi tornei estivi, che da sempre sono il marchio distintivo della JBA. “Intanto ci piacerebbe che l’arena rimanesse un punto di ritrovo per giovani e sportivi, dove poter passare una giornata insieme. I grandi eventi pe rora non sappiamo se potremo farli”, spiega Korbinian, “quando si organizza un torneo con
mille persone, tra atleti, genitori e pubblico, è impossibile garantire un distanziamento sociale.

Ma si potrebbe ipotizzare di fare delle attività su più giornate, anche serali, in modo da limitare di molto il concentramento. Per esempio si potrebbe dedicare una settimana agli Under 19, in cui ogni sera si sfidano sei o sette coppie. Potremmo riuscire a coinvolgere comunque dei numeri interessanti, ma diluiti nel tempo rispetto ai tornei che si svolgevano solo il sabato e la domenica”.

Si attende anche di conoscere dalla Federvolley se e come sarà strutturato il campionato italiano 2020. ­

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