foto Gianni Ragazzoni

Jennifer Boldini shock: “Sono stata vittima di stalking, un incubo. Ma adesso parlo”

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L’ultimo anno mi ha messa di fronte a una sfida che non avrei mai pensato di dover affrontare. Essere vittima di stalking non lascia segni visibili, ma incide profondamente sulla percezione di sé e sulla capacità di affrontare la vita con serenità. Ogni gesto quotidiano, ogni luogo frequentato, era accompagnato da una sensazione costante di vulnerabilità e impotenza. Mi sono ritrovata a dubitare di me stessa, della mia capacità di reagire e del mio valore come Persona, come Donna.

Inizia così la lunga “lettera” affidata ai social da Jennifer Boldini, pilastro della UYBA Busto Arsizio, giocatrice amata e rispettata nel mondo della pallavolo italiana, ragazza sempre sorridente, solare, che però nell’ultimo anno ha dovuto fare i conti con l’incubo dello stalking.

Il caso era scoppiato nel 2023 e il post di Boldini arriva all’indomani della sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Busto Arsizio che ha assolto il quarantunenne varesino che aveva dato vita a manifestazioni ossessive e intimidatorie nei confronti della giocatrice.

L’assoluzione è arrivata in seguito a una perizia psichiatrica che ha ufficializzato la sua incapacità di intendere e volere, venendo così sottoposto a libertà vigilata con obbligo di seguire un percorso terapeutico in un centro specializzato.

Riportiamo integralmente di seguito le parole di Boldini, ne sottolineato il coraggio, le mandiamo un forte abbraccio e ricordiamo ancora una volta a tutte le donne vittima di violenza o stalking il numero verde 1522 attivo 24h su 24.

Per cercare di proteggermi, inizialmente mi sono chiusa in me stessa, sperando che con il tempo tutto si risolvesse. Ma quel tentativo di difesa si è trasformato in una prigione emotiva, che mi ha fatta sentire ancora più fragile, incidendo non solo sulla mia mente, ma anche sul mio corpo. Ho iniziato a somatizzare il peso delle emozioni negative che stavo vivendo, rendendomi conto, a un certo punto, che da sola non potevo farcela. È stato allora che ho trovato il coraggio di chiedere aiuto.

Ed è proprio per questo motivo che ho fortemente voluto parlare oggi. Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco persone e istituzioni che mi hanno supportata, ma so che non tutte le vittime possono contare sullo stesso aiuto, o magari non trovano il coraggio di parlare, come è successo a me all’inizio.

Un grazie di cuore a chi mi è stato vicino: alla mia famiglia e alle persone a me care, alla società e alle compagne, all’avvocato e alle forze dell’ordine.
Concludo oggi un capitolo doloroso, ma spero che questa mia voce possa offrire supporto a chi sta attraversando esperienze simili.
Ognuno di noi merita rispetto, protezione e ascolto.
E il silenzio non deve mai essere la risposta.

(fonte: Instagram)

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