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Jovana Brakocevic Canzian, mamma e atleta: "Quando si vuole un figlio nulla è impossibile"

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Di Alessandro Garotta

Siamo nell’epoca, sportivamente parlando, dei “numeri uno”. Non passa minuto senza che si scateni un nuovo dibattito per decretare il migliore – o il G.O.A.T., come va di moda etichettarlo ora – di qualsiasi ambito.

Della grande famiglia delle “numero uno” fa parte sicuramente anche Jovana Brakocevic Canzian, che rispetto ad altre però fa molto meno rumore. Forse per il suo status ormai acclarato nel mondo del volley femminile e tra le opposte in particolare. Forse anche per il suo modo di essere, che l’ha sempre portata a lasciare che le prestazioni in campo parlassero per lei. O forse, ancora, perché nelle scorse stagioni ha giocato all’estero, lontano dai riflettori nostrani. Eppure, non è da tutte le squadre avere nel proprio roster una giocatrice capace di decidere le partite con le sue schiacciate e chiudere colpi a volte impossibili anche solo da immaginare. E le sue statistiche anche quest’anno, alla Igor Gorgonzola Novara, non mentono e sono… da numero uno.

In esclusiva ai microfoni di Volley NEWS, Brakocevic ha svelato la sua arma vincente: essere una mamma-atleta determinata con una grande forza di volontà.

Dopo essersi fermata per l’emergenza coronavirus, la pallavolo è pronta a ripartire. Cosa ne pensa di questa decisione e come ha vissuto questi giorni?

Credo che fermarsi fosse la soluzione migliore, visto che c’è in gioco la salute di molte persone. Per il resto, ho continuato a fare quello che faccio sempre: in Serbia ho vissuto situazioni ben più gravi e perciò non ho paura di questo virus. L’importante è non farsi prendere dal panico, seguire le indicazioni dei medici e avere qualche precauzione in più verso chi ci sta vicino”.

Salvo nuove indicazioni, molte squadre giocheranno a porte chiuse alla ripresa del campionato.

Giocare una partita a porte chiuse non ha certamente il fascino di farlo davanti a un palazzetto pieno. Ma l’incolumità delle persone è la priorità assoluta, quindi se ci toccherà giocare a porte chiuse lo faremo senza problemi. Credo che questa sia l’unica soluzione per riuscire a recuperare le sfide che non abbiamo disputato e concludere la regular season. L’auspicio è che si possa tornare presto alla normalità”.

Molto bene con le squadre di media-bassa classifica, ma qualche difficoltà con alcune big. Come giudica le ultime performance di Novara?

Sicuramente abbiamo sofferto a Conegliano e Busto Arsizio, ma contro Scandicci abbiamo disputato un’ottima partita. Purtroppo, quando non riusciamo a imporre il nostro ritmo, per noi diventa tutto più difficile e facciamo fatica a tenere testa alle avversarie che giocano una pallavolo di alto livello. Dovremmo imparare a mantenere la calma in ogni momento e non andare nel pallone se subiamo tre o quattro punti consecutivi”.

Foto CEV

Ha trovato eccessive le critiche, soprattutto dopo l’uscita di scena in Coppa Italia?

L’eliminazione dalla Coppa Italia è stata una lezione difficile da accettare, perché era uno dei nostri obiettivi. Perciò, credo che le critiche siano state giuste: dobbiamo accettarle, non perdere la lucidità nell’analizzare le sconfitte e pensare al futuro, perché la stagione è ancora lunga e possiamo toglierci ancora grandi soddisfazioni”.

Quest’anno è tornata a giocare in Italia dopo alcune esperienze all’estero. Come mai questa scelta?

Ho sempre avuto il desiderio di giocare a Novara, una delle squadre più importanti della pallavolo italiana ed europea, e non potevo lasciarmi scappare un’opportunità del genere. Ogni volta che scendo in campo cerco di ripagare la scommessa che la Igor ha fatto su di me”.

Ad inizio stagione è dovuta rimanere ferma a causa di un infortunio al ginocchio sinistro. Quanto sono state difficili quelle settimane?

L’infortunio di inizio stagione è stato una prova di pazienza, perché volevo tornare in campo il prima possibile, soffrivo a non poter dare il mio contributo e aiutare le mie compagne. Allo stesso tempo, però, è stata un’occasione per migliorarmi: in tutte le cose, più ostacoli ci sono da affrontare, più devi lavorare per tirare fuori la parte migliore di te e andare oltre. Sono molto grata allo staff che ha fatto di tutto per aiutarmi a tornare al top”.

Foto Instagram Jovana Brakocevic Canzian

Dopo le partite casalinghe vediamo sempre suo figlio Viktor correre ad abbracciarla. Come è cambiata la sua vita dopo la maternità?

Ovviamente è cambiata in meglio. Per me Viktor è energia positiva, amore puro, ed è bellissimo abbracciarlo al termine delle partite. Devo dire che il mio corpo ha reagito molto bene dopo la gravidanza, non ho avuto problemi con il perdere peso e sono riuscita a tornare presto in campo. Le atlete hanno una marcia in più, sono abituate ai sacrifici, ce la mettono tutta per tornare in forma e conciliare famiglia e allenamenti”.

Si può quindi essere una mamma attenta e presente senza rinunciare a mettersi in gioco in altri ruoli?

Penso di sì. È sicuramente impegnativo, ma è così per tutte le mamme che lavorano. Per noi atlete non è facile fermarsi per una gravidanza, non sapendo come reagirà il proprio corpo e se si potrà tornare in campo ad alti livelli. Ma quando si vuole un figlio – e io lo volevo più di ogni altra cosa – niente è impossibile e niente è pesante: è una forza che dà una marcia in più”.

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