Di Redazione
Continuano gli appuntamenti di Volley Tricolore con le scuole reggiane. Ieri mattina quattro atleti della Conad Reggio (Zingel, Mattei, Fabi e Catellani) hanno raggiunto le classi terze della scuola media Andrea Balletti di Quattro Castella.
Insieme ai dottori Gianni Zobbi e Marco Poli (Ausl Reggio – medicina dello sport e prevenzione cardiovascolare), la mattinata è iniziata alle 9.30 con un incontro sul tema ‘alimentazione e salute’ in ambito sportivo, alla presenza anche del sindaco di Quattro Castella Alberto Olmi e l’assessore con delega a scuola e benessere, Sabrina Picchi.
Un incontro prezioso, in linea con il desiderio da parte di questa società non solo di creare un legame forte con il territorio e le sue giovani menti, ma anche che questo legame sia sano e genuino.
La società confida nel fatto – e la reazione degli studenti del Balletti ci dà modo di pensarlo – che la presenza dei nostri atleti infonda in queste occasioni un certo senso di ammirazione e curiosità, unite poi alle competenti spiegazioni dei professionisti in campo medico.
«Volley Tricolore ci tiene ad esserci, per far sì che la corretta informazione per i ragazzi delle scuole passi anche attraverso l’esempio dei nostri giocatori – ha detto il delegato alla comunicazione Loris Migliari -. Per questo intendiamo ringraziare innanzitutto il professore di educazione fisica Sergio Piccinini, organizzatore dell’evento, insieme alla dirigente scolastica Beatrice Menozzi per averci ospitati nel loro istituto».
La mattinata si è conclusa in palestra, dove i ragazzi hanno infilato tuta e ginocchiere, per passare dalla teoria alla pratica coordinati dagli atleti della Conad. «Quando si fanno degli incontri con le scuole non si sa mai cosa aspettarsi – ammette Aidan Zingel -. Magari saranno maleducati, o disinteressati, invece i ragazzi del Balletti hanno dimostrato grande interesse e partecipazione. Ci siamo proprio divertiti».
È stato Zingel, in effetti, a rispondere a una domanda un po’ bruciapelo sul doping. «Di solito ci sono domande programmate – ha detto l’atleta australiano -. Lui invece era solo curioso e per questo gli ho risposto con altrettanta sincerità: fare uso di doping è una cosa stupida. Non solo va contro il fair play internazionale ma è una mancanza di rispetto verso te stesso e chi ti sostiene, che sia la famiglia o la società».
Il ragazzo che ha fatto la domanda è lo stesso che poi, in palestra, è «uscito dalla sua comfort zone – aggiunge Zingel -. Da che non voleva fare pallavolo ha iniziato a fare domande, chiedere consigli tecnici. Aveva voglia di imparare e dava fiducia ai suoi compagni. È stato molto bello vedere in lui questa reazione».
(Fonte: comunicato stampa)