La Diffusione Sport Imola presenta il suo bilancio sociale

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Di Redazione

Anche per la stagione 2018-19 la scuola di pallavolo Diffusione Sport Imola mantiene l’impegno di rendicontare la sua attività sia dal punto di vista dei numeri ma anche per l’impatto che riesce ad avere sul territorio.

Il lavoro, presentato oggi presso la terrazza dell’hotel Donatello, resta un mezzo in grado di aiutarci nelle valutazioni del nostro impegno, offrendoci suggerimenti su come migliorare la nostra azione, come fissare gli obiettivi in base alle nostre possibilità e aspirazioni

Non si tratta di un vero e proprio Bilancio Sociale ma resta comunque uno strumento in grado di raccontare la meravigliosa esperienza che stiamo vivendo da 15 anni.

La politica di sviluppo di Diffusione Sport ha seguito alcune linee strategiche valide anche per gli anni precedenti come l’aumento del numero di feste di minivolley (passate da 6 a 7 in una stagione) e la creazione di un nuovo torneo pre campionato Volleystart che si affianca a Babyvolley (gennaio) e Trofeo Libertas (giugno)

La vera novità è rappresentata dal progetto “tifo positivo” che prevede la condivisione con i genitori della pratica di un tifo corretto secondo le regole del fair-play. Abbiamo deciso di rivolgere l’attenzione solo sulle nostre squadre senza commenti o proteste verso gli arbitri e i team avversari. Il risultato raggiunto è stato senz’altro soddisfacente e incoraggiante per proseguire su questa strada.

Non è stato tralasciato l’aspetto tecnico, con aggiornamenti per tecnici e dirigenti. Da settembre 2018 è attiva la collaborazione con la società Vero Volley Monza (presente con una squadra in serie A maschile e una in serie A femminile) che ci ha permesso di aumentare i momenti di confronto tra i nostri allenatori e tecnici di alto livello. A Imola sono stati presenti Stefano Bardini, esperto di minivolley, e Francesco Cattaneo, Direttore Tecnico della società lombarda.

Questi invece sono in sintesi i principali obiettivi per i prossimi anni della scuola di pallavolo:

Copertura finanziaria del progetto di sport gratis con la ricerca di nuove sponsorizzazioni e con azioni mirate di fundraising. In particolare si darà maggiore importanza a progetti di crowdfunding e alla campagna del 5 per mille che negli scorsi anni ci ha premiati facendoci diventare la prima società sportiva a Imola per numero di donazioni (199) e somma erogata (4985 euro) ma anche al secondo posto in tutta la provincia

Aumento dei momenti di formazione e aggiornamento per tecnici e dirigenti (più presenze dei responsabili tecnici del vero volley a Imola e giornata di formazione a Monza di tutti i tecnici).

Incremento della partecipazioni di squadre da fuori regione agli eventi organizzati da Diffusione Sport.

Iscrizione delle squadre under 13 e under 14 ad un torneo della durata di più giorni con pernottamento.

Il senso di appartenenza alla nostra associazione è il fulcro di tutta la nostra attività e i numeri sempre crescenti dimostrano che il nostro progetto è sostenibile. L’obiettivo finale quindi è sicuramente ottenere risultati in competizioni di tutti i livelli, ma anche essere parte attiva nel percorso educativo delle atlete affiancandosi agli altri due pilastri educativi la famiglia e la scuola.

La strada percorsa fino ad oggi è stata una bellissima esperienza che ci ha portato a raggiungere quasi le 150 tesserate e il risparmio delle famiglie nel non pagare la quota è stato di più di 400.000 euro.

(fonte: Comunicato stampa)

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Stephen Maar tra passato, futuro, famiglia (si sposa) e Trento: “L’avversaria peggiore, ma…”

Sale in Zucca

Prendi un ragazzo di 22 anni che arriva in Italia, a Padova, direttamente dal Canada. Capisci subito che ha un’energia speciale, fatta più di quello che non è ancora, ma che saltuariamente ti mostra in campo, che di quello che poi sarà il suo vissuto negli anni successivi. Questo ragazzo fa un percorso, articolato tra alcune delle piazze più importanti della Superlega, parliamo di Verona, Milano, Cisterna. Arriva a Monza, gioca dei playoff meravigliosi e una finale Scudetto contro pronostico, tra esplosioni di gioia, rabbia agonistica, palloni che pensi possano saltare per aria e un tormento interiore, che è la sua cifra. 

L’arrivo a Piacenza di Stephen Maar è forse l’ultima fase di questa evoluzione complessa, durata otto anni (per la parentesi russa alla Dinamo Mosca ci arriviamo) e nella quale lo schiacciatore oggi tira qualche somma, un po’ perché a trent’anni tutto appare più chiaro, tutto prende una forma diversa, e forse perché si è pronti per essere ciò che veramente si vuole essere da grandi, con o senza la pallavolo davanti:

“Ho trovato la mia tranquillità, il mio mondo. Per tanti anni sono andato avanti, girando il mondo e vivendo anni molto intensamente. Per la prima volta quest’anno la mia famiglia avrà la priorità rispetto a tutto e in estate voglio spendere un po’ di tempo assieme a loro”.

 
 
 
 
 
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Ha annunciato il matrimonio con la sua compagna Molly Lohman, pallavolista, solo qualche settimana fa. Vi sposerete in Italia?

“Le ho chiesto di sposarci in un pomeriggio sul Lago di Garda. Ma per ora non abbiamo i dettagli precisi anche perché dobbiamo incrociare le agende e i programmi. Adesso che mi fa pensare, sarebbe proprio bello se ci sposassimo in Italia (ride n.d.r.)”.

Anche perché l’Italia è stata la sua fortuna Maar. Ma anche per noi averla nel campionato italiano.

“Un bel viaggio, lungo otto stagioni, che comprende anche la mia parentesi russa. Ho giocato in tantissime città e ho considerato casa ogni luogo in cui sono stato. Ognuno di quei luoghi mi ha lasciato qualcosa, dalle persone, alle esperienze”.

Quella che ricorda per un motivo particolare?

“Credo Cisterna. È stato un anno molto particolare, dopo Milano e prima della proposta di Monza, dove poi ho trascorso tre anni della mia vita. Era un contesto molto piccolo, una città molto vivibile e una squadra capitanata da Fabio Soli e da uno staff, ricordo su tutti Gioele Rosellini, con cui ho lavorato molto bene. La pallavolo era seguitissima ed è stata la prima volta in Italia in cui le persone con cui avevo a che fare nella quotidianità, parlo magari del panettiere o dei ragazzi o ragazze che trovavo al supermercato, poi le ritrovavo sugli spalti a tifare la domenica”.

Si ricorda il Maar di Padova invece? Arrivato con tante novità a Padova? 

“Ricordo una squadra completamente nuova, che fece un inizio di campionato incredibile. Peccato perché poi ci siamo persi durante l’anno. Ma ripeto, la casa per me è ovunque in Italia”.

Ora la casa è Piacenza. Un anno che è stato letteralmente una montagna russa.

“Un anno in cui questo weekend cominceremo un importante semifinale contro Trento, e a cui teniamo davvero molto”.

Dall’arrivo di Travica, Piacenza sembra avere una luce nuova.

“Ogni cambio porta con sé uno scossone, o meglio, una reazione. Il periodo di difficoltà precedente ci ha fatto riflettere e c’è stata come pensavo e dicevo una reazione da parte di tutti. Ora tutti ci crediamo un po’ di più. Certo, Trento è l’avversaria che nessuno vorrebbe ritrovare in semifinale, anche perché è stata la migliore della regular season. Io ora non penso più a chi mi ritroverò di fronte, ma a come lo affronterò”.

foto Gas Sales Bluenergy Piacenza

La affronterà, mi permetto di dire in una condizione mentale diversa.

“Cosa intende?”

La rivedo in campo con una serenità che non conoscevo.

“Sì, è un bel momento della mia vita”.

Stephen Maar pensava di arrivare fino a qui quando studiava alla McMaster University?

“Non pensavo di avere fino a qui. Ho tanta gratitudine per tutti coloro che mi hanno permesso di fare un percorso, la mia strada. Ho studiato, ho aperto la mente a tutto ciò che mi è stato insegnato e ritrovarmi oggi a questo punto mi rende davvero orgoglioso”.

Di Roberto Zucca