La Folgore Massa fa inchinare anche Ischia in tre set

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ShedirPharma Folgore Massa
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Di Redazione

Continua senza intoppi la marcia strepitosa della Folgore Massa, sempre più roster schiacciasassi del girone H2 di Serie B. Al Palatigliana di Sorrento, la squadra guidata dal mister Nicola Esposito rifila un rotondo 3-0 a Ischia che riesce a fare partita pari soltanto nel primo set (25-22) con la complicità di qualche errore di troppo del sodalizio padrone di casa. Con il trascorrere dei minuti, i meccanismi della corazzata costiera diventano sempre più oliati, e sale il livello di Sorrenti e Lugli, con quest’ultimo che alla distanza vince il duello tra opposti con il grande ex Giuseppe Scialò (24-17 per il numero 5 in maglia Folgore). Sorrenti si trasforma in cecchino dai 9 metri (3 ace, 2 consecutive a fine secondo parziale), poi Lugli chiude tutto per il 25-15. Regna l’equilibrio fino a metà terzo set, poi Pontecorvo in seconda linea rafforza la fase difensiva, mentre l’efficacia a muro diventa un punto di svolta: 3 di fila griffati Lugli e Deserio, ed il 25-19 è servito. La Folgore fa 9 su 9, sempre più leader incontrastata del raggruppamento con ben 7 lunghezze di vantaggio su Marigliano.

Coach Nicola Esposito parte con capitan Aprea in diagonale con Lugli, Sorrenti e L. Esposito in posto 4, Deserio e Pilotto centrali, Denza libero. Ischia risponde con Galia-Scialò, Scotto Di Marrazzo-Pacelli, Minuti-Ielasi, Ferrandino libero.

Pilotto fa subito la voce grossa su Scialò, L. Esposito non perdona, quindi Lugli piazza il 4-3 con una bordata sulla riga di fondo. Sorrenti incrocia dopo la gran difesa di Denza, poi neutralizza Scialò permettendo a Lugli di andare nuovamente a segno di potenza (7-6). Pilotto è chirurgico in primo tempo, L. Esposito va a segno da zona 4 con la Folgore che prova a scappare (12-10). Ischia non ci sta (12-13), e prima Lugli da posizione defilata ed un muro di Deserio su Ielasi ristabiliscono le gerarchie (14-13). Il punteggio segue il cambio palla: strepitosa difesa di Pontecorvo (in rotazione di seconda linea) su Scialò, Aprea non riesce nella magia di seconda, ma poi va no look per Lugli che piazza il 16-15. Pilotto piazza un ace 5/1 spazzolando l’incrocio delle righe, quindi due punti di fila di Lugli sembrano mettere la parola fine al primo set (21-18). Sorrenti risponde a Pacelli, Denza in bagher per la bomba di Lugli (9 personali nel parziale). Cuccaro entra per Aprea dando più centimetri sotto rete. Ischia torna sotto con la forza della disperazione (23-22), ma Deserio di giustezza ed un’incomprensione tra Galia e Ielasi regalano il primo set ai biancoverdi.

Gli isolani provano a mettere subito il muso avanti (1-2), ma arriva subito il perentorio break Folgore: L. Esposito premia la parabola perfetta di Aprea, poi Lugli trova due punti di fila con un attacco sontuoso seguito da un servizio vincente (4-2). Deserio risponde a Scialò (6-4), quindi c’è il più bel punto della partita: Ischia salva come può su Lugli e Pilotto, poi la parallela esterna dell’opposto costiero non trova opposizione ed è 9-5. Sorrenti premia la ricezione di Denza, e poi trova l’ace togliendo la polvere dalla riga di fondo in zona 6. Entra Pontecorvo per L. Esposito, ed è subito chiamato agli straordinari con Sorrenti che finalizza senza troppi fronzoli. Scialò batte in mezzo alla rete, quindi Denza recupera in tuffo un pallone impossibile, Aprea non ci pensa un attimo e mette in cassaforte per Lugli (21-14). Sorrenti è una sentenza dai 9 metri: prima piega le mani di Trani, poi inventa un servizio arrotato che cade dolcemente sulla riga esterna. (23-14). Lo stesso martello ex Fano si ripete in pipe con inaudita violenza e poi chiude il solito Lugli per il 25-15.

Pilotto alza la saracinesca a muro, Lugli non trova le misure del campo mentre una doppia difesa di Denza viene premiata dalla zampata vincente di L. Esposito (2-2). Ischia fa valere i centimetri sotto rete (2-4), ma un break pesante di marca biancoverde fa capire subito che gli uomini di coach Esposito non vogliono cali di concentrazione: Lugli scardina il muro a 2 isolano, quindi il roster di Mattera va in apnea sotto i colpi costanti di Lugli e L. Esposito e perde lucidità. Sorrenti ringhia su Scialò, poi L. Esposito difende sulla bordata dell’opposto ischitano con Sorrenti che trova il block-out del 6-4. Sorrenti e Scialò senza esclusione di colpi, Ischia rientra sul 10-10 ma la capolista mette il piede sull’acceleratore procedendo spedita verso il traguardo. Lugli timbra ancora il cartellino, Deserio in sospensione trova un primo tempo siderale con Sorrenti che cerca e trova la riga per il 15-12. Pontecorvo serve di un soffio out, Sorrenti sale in cielo da zona 3 mentre Pilotto va a memoria dove Aprea sa già dove trovarlo (17-13). La Folgore non si ferma: Lugli estrae dal cilindro un lungolinea fantastico, Sorrenti piazza un diagonale strettissimo, e poi ancora Lugli va con astuzia alle spalle del muro ischitano (20-14). I padroni di casa allentano la tensione (20-18), ma ci pensa subito Sorrenti a frenare l’emorragia sul suggerimento in bagher di Pontecorvo (21-18). Ielasi serve oltre la riga di fondo, poi coach Esposito inserisce Miccio per Pilotto, puntando sul fattore sorpresa dai 9 metri. Ischia fa fatica, Lugli vince il duello a muro con il posto 2 avversario Scialo, quindi 2 monster block di fila firmati Deserio regalano 3 punti alla Folgore che comanda a punteggio pieno con 27 punti in 9 gare.

SHEDIRPHARMA FOLGORE MASSA – AS ISCHIA PALLAVOLO 3-0

SHEDIRPHARMA FOLGORE MASSA: Aprea, Lugli 24, Sorrenti 16, L. Esposito 6, Deserio 6, Pilotto 6, Denza (L). Cambi: Pontecorvo, Cuccaro, Miccio. N.e.: Grimaldi. All: Esposito.

AS ISCHIA PALLAVOLO: Galia 2, Scialò 17, Scotto Di Marrazzo 1, Pacelli 4, Minuti 1, Ielasi 5, Ferrandino (L). Cambi: Trani 1, Scordino. N.e.: Cannovo, Tarallo, Di Costanzo, Castagliuolo (L). All: Mattera.

Ace: 5-1. Battute Sbagliate: 9-10. Muri: 6-5.

(Fonte: comunicato stampa)

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Stephen Maar tra passato, futuro, famiglia (si sposa) e Trento: “L’avversaria peggiore, ma…”

Sale in Zucca

Prendi un ragazzo di 22 anni che arriva in Italia, a Padova, direttamente dal Canada. Capisci subito che ha un’energia speciale, fatta più di quello che non è ancora, ma che saltuariamente ti mostra in campo, che di quello che poi sarà il suo vissuto negli anni successivi. Questo ragazzo fa un percorso, articolato tra alcune delle piazze più importanti della Superlega, parliamo di Verona, Milano, Cisterna. Arriva a Monza, gioca dei playoff meravigliosi e una finale Scudetto contro pronostico, tra esplosioni di gioia, rabbia agonistica, palloni che pensi possano saltare per aria e un tormento interiore, che è la sua cifra. 

L’arrivo a Piacenza di Stephen Maar è forse l’ultima fase di questa evoluzione complessa, durata otto anni (per la parentesi russa alla Dinamo Mosca ci arriviamo) e nella quale lo schiacciatore oggi tira qualche somma, un po’ perché a trent’anni tutto appare più chiaro, tutto prende una forma diversa, e forse perché si è pronti per essere ciò che veramente si vuole essere da grandi, con o senza la pallavolo davanti:

“Ho trovato la mia tranquillità, il mio mondo. Per tanti anni sono andato avanti, girando il mondo e vivendo anni molto intensamente. Per la prima volta quest’anno la mia famiglia avrà la priorità rispetto a tutto e in estate voglio spendere un po’ di tempo assieme a loro”.

 
 
 
 
 
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Ha annunciato il matrimonio con la sua compagna Molly Lohman, pallavolista, solo qualche settimana fa. Vi sposerete in Italia?

“Le ho chiesto di sposarci in un pomeriggio sul Lago di Garda. Ma per ora non abbiamo i dettagli precisi anche perché dobbiamo incrociare le agende e i programmi. Adesso che mi fa pensare, sarebbe proprio bello se ci sposassimo in Italia (ride n.d.r.)”.

Anche perché l’Italia è stata la sua fortuna Maar. Ma anche per noi averla nel campionato italiano.

“Un bel viaggio, lungo otto stagioni, che comprende anche la mia parentesi russa. Ho giocato in tantissime città e ho considerato casa ogni luogo in cui sono stato. Ognuno di quei luoghi mi ha lasciato qualcosa, dalle persone, alle esperienze”.

Quella che ricorda per un motivo particolare?

“Credo Cisterna. È stato un anno molto particolare, dopo Milano e prima della proposta di Monza, dove poi ho trascorso tre anni della mia vita. Era un contesto molto piccolo, una città molto vivibile e una squadra capitanata da Fabio Soli e da uno staff, ricordo su tutti Gioele Rosellini, con cui ho lavorato molto bene. La pallavolo era seguitissima ed è stata la prima volta in Italia in cui le persone con cui avevo a che fare nella quotidianità, parlo magari del panettiere o dei ragazzi o ragazze che trovavo al supermercato, poi le ritrovavo sugli spalti a tifare la domenica”.

Si ricorda il Maar di Padova invece? Arrivato con tante novità a Padova? 

“Ricordo una squadra completamente nuova, che fece un inizio di campionato incredibile. Peccato perché poi ci siamo persi durante l’anno. Ma ripeto, la casa per me è ovunque in Italia”.

Ora la casa è Piacenza. Un anno che è stato letteralmente una montagna russa.

“Un anno in cui questo weekend cominceremo un importante semifinale contro Trento, e a cui teniamo davvero molto”.

Dall’arrivo di Travica, Piacenza sembra avere una luce nuova.

“Ogni cambio porta con sé uno scossone, o meglio, una reazione. Il periodo di difficoltà precedente ci ha fatto riflettere e c’è stata come pensavo e dicevo una reazione da parte di tutti. Ora tutti ci crediamo un po’ di più. Certo, Trento è l’avversaria che nessuno vorrebbe ritrovare in semifinale, anche perché è stata la migliore della regular season. Io ora non penso più a chi mi ritroverò di fronte, ma a come lo affronterò”.

foto Gas Sales Bluenergy Piacenza

La affronterà, mi permetto di dire in una condizione mentale diversa.

“Cosa intende?”

La rivedo in campo con una serenità che non conoscevo.

“Sì, è un bel momento della mia vita”.

Stephen Maar pensava di arrivare fino a qui quando studiava alla McMaster University?

“Non pensavo di avere fino a qui. Ho tanta gratitudine per tutti coloro che mi hanno permesso di fare un percorso, la mia strada. Ho studiato, ho aperto la mente a tutto ciò che mi è stato insegnato e ritrovarmi oggi a questo punto mi rende davvero orgoglioso”.

Di Roberto Zucca