Di Stefano Benzi
Ho letto la lettera aperta del presidente della Foppapedretti che ha ufficialmente concluso il sodalizio con il Volley Bergamo accreditando quanto avevamo già anticipato quasi due mesi fa. È vero: giocatori e sponsor vanno e vengono. Ma non è sempre vero che le squadre restano. Ne sono sparite a dozzine, per poi magari ricomparire qualche anno più tardi e sparire di nuovo. Ed è successo a Torino, Milano o Roma come a Catania, Matera o Macerata. Sono scomparse squadre che hanno lasciato un vuoto enorme nella geografia del nostro sport: mi limito a pensare a Cuneo, Parma (6 titoli) e Treviso (9 titoli) per non farmi venire il mal di testa.
Ci sono due o tre cose che il presidente della Foppapedretti dice che sono sacrosante, la cui sintesi è: “Tutto il peso di questo movimento non può essere appoggiato su uno sponsor, soprattutto in questo momento di crisi”.
I fan non sanno che per essere all’interno della Lega le squadre rispettano obblighi spesso molto problematici: devono avere un Palasport per almeno 3200 persone a sedere (sintetizzo e semplifico); devono avere tutta una serie di attività di comunicazione – dal sito, al canale You Tube ai social network – che parlino di volley a scopo promozionale e divulgativo; devono essere strutturate con un settore giovanile completo per ogni fascia d’età. Le garanzie che i club devono fornire sono decine: se il palazzetto non è in ottime condizioni, ed è proprietà del Comune, paga il club. Se l’impianto luci ha trent’anni e quando salta la corrente ci vogliono venti minuti per vedere qualcosa, la responsabile è la società. Tutte queste cose costano centinaia di milioni (in vecchie… lire!). Non ogni tanto… ma ogni anno.
Capisco lo scoramento della Foppapedretti, il sentirsi isolati quando la rete nazionale – rete di pubblico servizio – si dimentica del volley femminile in palinsesto e arriva quando può, o spostando la programmazione per altre esigenze. Vedo i dati d’ascolto tutti i giorni, da anni: la pallavolo ha un piccolo zoccolo di fan che sicuramente non fa massa in Auditel. Ma a parte la passione di chi commenta, a volte i mezzi con cui vengono proposte alcune gare sono davvero imbarazzanti: ho visto partite riprese da due telecamere. Ho sentito un telecronista abbandonare la postazione per andare a recuperare una giocatrice da intervistare, il tutto ripreso da una telecamera fissa a mezza tribuna su tutto il campo, la cosiddetta ‘beauty’.
Lo sponsor qui non solo non ha visibilità, ma ci fa una brutta figura. È brutto essere lo sponsor quando tutti ti fanno i complimenti e ti danno grandi pacche sulle spalle: ma al momento di chiedere aiuto ti giri e non c’è più nessuno. Saranno al buffet che lui, lo sponsor, ha pagato.
Non mi sorprende l’addio della Foppapedretti e nemmeno questa lettera di Luciano Bonetti che per lo meno ora si toglie qualche scoglio dalle scarpe. Dovrei parlare in termini più generali dello sport tutto, perché vi garantisco che non è che nel nuoto, nella pallamano, nel basket, nella scherma o nello sci, come nel calcio dilettantistico, siano messi meglio. Il sistema sport nel nostro paese è uno sfacelo, poche strutture davvero competitive, tanto entusiasmo da una base di volontariato immenso e quattro soldi mal concessi da quella che dovrebbe essere un’enorme redistribuzione dei proventi del calcio. Meno male che esistono i corpi militari: altrimenti la stragrande maggioranza dei nostri atleti non avrebbe uno stipendio né un futuro. Alcuni di loro, medagliati olimpici, ora sono dietro una scrivania di qualche caserma invece che fare il giro delle scuole d’Italia per farsi conoscere e creare divulgazione.
In questo paese, gli altri sport hanno diritto di visibilità solo quando vincono qualcosa alle Olimpiadi e diventano vetrina espositiva per quella banda di troll che corrisponde ai massimi dirigenti federali. Una razza a parte… Fantozzi li avrebbe inseriti nell’ufficio del settimo piano con ficus e la poltrona in pelle umana.
È triste, è tutto davvero molto triste soprattutto se pensiamo a quanti maledetti soldi girano intorno allo sport in Italia e quanto poco lo sport di base ne beneficia. La Foppapedretti lascia il volley e ci sarà qualche tifoso arrabbiato: è normale. Io preferisco ringraziare e dire arrivederci; a un tempo in cui fare lo sponsor non sarà solo portare una zavorra ma alleggerire il peso di tutti per il bene delle squadre e soprattutto dei nostri atleti.