Di Eugenio Peralta
La Cucine Lube Civitanova sfata anche l’ultimo tabù: dopo due sconfitte consecutive in finale, la Del Monte Coppa Italia torna nella bacheca della squadra campione d’Italia, d’Europa e del mondo, a tre anni dall’ultima vittoria. E a farne le spese è proprio quella Sir Safety Conad Perugia che le aveva negato il trofeo nel 2018 e nel 2019, al termine di una finale epica, adrenalinica, senza respiro, che resterà nella storia soprattutto per un quarto set da record (34-36), tra i più lunghi nella storia della competizione.
Proprio quel quarto parziale è la chiave della partita, ma non nel senso che ci si aspetterebbe: a farne le spese non è Civitanova, che sembrava svuotata in uomini chiave come Juantorena e Rychlicki, ma una Perugia apparentemente più fresca e tonica. Ennesima dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che in queste partite la mente conta più del fisico: la Sir è cresciuta rispetto alla terribile botta della Finale Scudetto 2019, ma evidentemente non abbastanza per pareggiare la lucidità e il carattere di una Lube straordinaria.
E per quanto quella del team di De Giorgi sia indubbiamente una vittoria di squadra, è innegabile che il protagonista sia soprattutto uno: Osmany Juantorena, MVP della finale e stratosferico nel caricarsi i compagni sulle spalle con 28 punti e 43 palloni attaccati (18 solo nel quarto set!), il 63% in attacco e appena 2 errori. Nei primi set, quando Leal non gira, è lui a reggere la baracca insieme a un Fabio Balaso strepitoso in difesa; nel quinto si fa da parte e Bruno (al solito chirurgico nella distribuzione) lascia spazio al cubano, che firma un letale 5 su 5.
C’è naturalmente anche tutto il resto: il 78% e i 6 muri punto di un Robertlandy Simon decisivo nel terzo set, l’impatto di un Enrico Diamantini che contro Perugia trova sempre serate magiche, la grinta di Rychlicki che mette giù palloni importanti nell’infinito quarto parziale.
La Sir – alla prima sconfitta dopo 23 successi consecutivi – fino al tie break non demerita, ma fa comunque peggio degli avversari in tutti i fondamentali: De Cecco non è lucidissimo, Atanasijevic non incide come in semifinale, e la mossa di Heynen che prova a inserire Plotnytskyi al posto di uno spento Lanza funziona solo in parte.
A impressionare, però, è soprattutto quel tie break in cui tutta la squadra umbra sembra arrendersi troppo presto: persino un Wilfredo Leon che chiude con 30 punti, il 51% in attacco e 4 ace, ma al momento decisivo accusa un po’ di “braccino”. Un problema su cui Perugia dovrà riflettere in vista di un futuro che peraltro ad oggi appare quantomeno nebuloso.
Fuori, infatti, c’è il resto del mondo, anche se in un surreale clima di panico mediatico la Unipol Sai Arena appare una piccola e affollata isola felice. Certo, gli sguardi si spostano freneticamente dal campo di gioco agli schermi dei telefonini, e nei corridoi si parla più di norme sanitarie e supermercati svuotati che di ace e invasioni. Ma per un paio d’ore a Casalecchio di Reno l’unica cosa che conta davvero è la pallavolo, per merito dell’eccezionale spettacolo offerto dai protagonisti. Se sarà l’ultima partita di volley che vedremo per un tempo ancora indefinito (si parla sempre più insistentemente di sospensione dei campionati), di sicuro quelle che ci resteranno negli occhi saranno immagini straordinarie.
Cucine Lube Civitanova-Sir Safety Conad Perugia 3-2 (21-25, 25-23, 25-23, 34-36, 15-10)
Cucine Lube Civitanova: Anzani 5, Kovar, D’Hulst, Marchisio (L), Juantorena 28, Massari, Leal 23, Ghafour ne, Rychlicki 13, Diamantini 7, Simon 15, Bruno 2, Bieniek 1, Balaso (L). All. De Giorgi.
Sir Safety Conad Perugia: Piccinelli (L), Ricci 4, Hoogendoorn ne, Taht, Biglino, Leon 30, Lanza 8, Zhukouski, Russo 5, Colaci (L), Atanasijevic 18, De Cecco 3, Plotnytskyi 7, Podrascanin 9. All. Heynen.
Arbitri: Gnani e Cesare.
Note: Spettatori 8952. Civitanova: battute vincenti 6, battute sbagliate 26, attacco 58%, ricezione 52%-25%, muri 14, errori 33. Perugia: battute vincenti 7, battute sbagliate 20, attacco 49%, ricezione 51%-27%, muri 11, errori 26.