Di Redazione
Si profila l’apertura di uno spiraglio per la partecipazione alle competizioni internazionali degli atleti russi e bielorussi, esclusi ormai da un anno da tutte le manifestazioni dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Nell’ultima riunione del Comitato Esecutivo del CIO è stato ipotizzato un loro ritorno, a condizione che non vengano utilizzate bandiere, inni o segni di riconoscimento di Russia e Bielorussia, che non venga organizzato nessun evento sul territorio dei due paesi e che gli atleti coinvolti non abbiano sostenuto attivamente il conflitto. Quest’ultima clausola non è risultata affatto gradita al Comitato Olimpico russo né al ministro dello Sport Oleg Matysin, che ha definito “inaccettabile determinare condizioni speciali in contrasto con la Carta Olimpica“.
Nonostante questo, c’è chi sta già lavorando attivamente per il ritorno in campo. Già a dicembre il Consiglio olimpico dell’Asia si era offerto di ammettere gli atleti russi e bielorussi alle competizioni asiatiche per consentire loro di qualificarsi alle Olimpiadi di Parigi 2024, dato che sembra decisamente improbabile che le Confederazioni europee ne possano accettare la presenza; il CIO, nel corso della riunione, si è detto favorevole a questa proposta.
Il primo evento utile potrebbero essere i Giochi Asiatici in programma dal 23 settembre all’8 ottobre in Cina, ad Hangzhou (la manifestazione, prevista per il 2022, era stata rinviata a causa della pandemia di Covid-19). La pallavolo è da più di 60 anni nel programma dei Giochi e dunque anche per le nazionali maschili e femminili della Russia (e, forse, della Bielorussia) potrebbe essere questo l’appuntamento che segnerà la fine dell'”embargo”.
(fonte: RaiSport, RIA Novosti)