Di Redazione
Due squadre che hanno elementi di distinzione e di differenza profondi ma che hanno anche tantissime cose in comune: al punto da pensare che la Saugella Monza, costola femminile del consorzio Vero Volley, vada un po’ ad affrontare una squadra gemella. Parliamo dell’Odbojkarski klub Kamnik, il Calcit – per questioni di sponsorizzazione – una delle più importanti realtà del volley sloveno ma anche una delle storie più interessanti in un paese sostanzialmente giovane e che da diversi anni insegue la gloria non solo nel calcio ma anche nel volley, nel basket e nella pallavolo.
Kamnik è una meravigliosa e tranquilla cittadina che si trova nel Nord Ovest del paese, nel cuore della Carniola: 15mila abitanti in una provincia incastonata tra le montagne slovene a poca distanza dal confine austriaco e buen retiro della nobiltà bavarese prima e degli Asburgo poi che ne fecero una delle proprie residenze ufficiali. Una città che vive il suo massimo splendore sotto l’impero austro-ungarico e che ha pagato un gravissimo tributo nel secondo conflitto mondiale: risparmiata dalla guerra civile che dissolse la ex-Yugoslavia è stata una delle prime realtà a reclamare la propria individualità. Da quelle parti non erano certo fan del comunismo e nemmeno degli estremismi: a Kamnik si fa cultura, si investe su turismo e benessere. E sport. L’OK Kamnik esiste da oltre settant’anni e fu fondata proprio immediatamente dopo la fine della seconda guerra mondiale. Ed ecco la prima similitudine: come il Vero Volley anche il Kamnik ha un doppio progetto, maschile e femminile. Altro elemento di similitudine con Vero Volley e il suo Network è l’Academy: il Kamnik è attivissimo in tutta la provincia con decine e decine di squadre giovanili che risultano un importante serbatoio per il volley nazionale.
La squadra maschile è cresciuta molto negli ultimi anni: è vice campione nazionale e al momento è terza nel proprio campionato a inseguire l’imprendibile Ljubliana. Le ragazze sono la grande scoperta di questi ultimi anni: due titoli nazionali nel 2014 e 2015 e altri due titoli sfiorati nei due anni successivi con due sconfitte in finale contro il Branik Maribor. In compenso le “tartarughe”, questo il divertentissimo soprannome delle giocatrici, hanno già messo in bacheca la coppa nazionale di questa stagione battendo poco prima di Natale proprio il Maribor.
Le tartarughe giocano nella Sports Hall della cittadina, un piccolo e delizioso impiantino da 700 posti che ospita anche basket, pallamano, ginnastica e tutte le attività indoor principali della città. Non si può dire che la squadra di pallavolo faccia il pieno: il tutto esaurito negli ultimi anni si conta sulle dita di una mano. Per la gara di andata con l’Aachen, vinta 3-1, non c’erano nemmeno 100 paganti. Si gioca su un vecchio e storico parquet con le righe tirate con lo scotch colorato. Tutto è al risparmio. La squadra ruota attorno alla qualità e alla potenza del suo opposto, la serba Olivera Kostic (27 anni); Nina Kotnic è un’ottima risposta in difesa che trova altrettanta qualità in attacco, quasi sempre in doppia cifra quest’anno dalla banda. Palleggiatrice è la giovanissima e talentuosa Eva Pogacar di appena 19 anni ma con la freddezza di una veterana; a lei si alterna Spela Marusic di appena un anno in più: entrambe da tempo sono nelle giovanili della nazionale slovena.
Una squadra sulla carta gestibile per Saugella che giocherà in casa la gara d’andata: la grande difficoltà potrebbe essere la lunga trasferta. Difficile programmare un volo a meno che non si decida di optare per un volo su Ljubliana: ma non esistono collegamenti diretti da Milano e le tariffe sono molto costose. Alla fine sarà una lunga trasferta in pullman, 550 chilometri, circa nove ore. Ma come passaggio per traguardare una semifinale europea, la prima in assoluto nella storia di Monza nel volley, ne vale sicuramente la pena.