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La sfida vinta di Suor Giovanna Saporiti: “All’inizio mi prendevano in giro…”

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Di Redazione

È uno dei personaggi più noti del volley femminile italiano, pur avendo vissuto gli ultimi trent’anni lontanissima da telecamere e riflettori, per la sua natura e quella del suo percorso. Suor Giovanna Saporiti, fondatrice dell’Agil Volley Novara, riepiloga in un’intervista alla Gazzetta del Salento un’avventura sportiva che ha dell’incredibile: “Sono stati anni ricchi di soddisfazione. A livello umano, soprattutto. Educare per lo sport è l’obiettivo con cui siamo nati e che perseguiamo ogni giorno“.

Suor Giovanna racconta anche le resistenze che ha dovuto affrontare all’inizio della sua seconda “carriera”: “Moltissime. All’inizio sono stata quasi presa in giro. Tanti sono stati gli atteggiamenti provocatori, anche nell’ambiente ecclesiastico. Non dico che siamo state osteggiate, ma di noi si diceva: dove credono di andare? Il parroco di allora definiva il nostro centro un circo equestre. Poi pian piano hanno iniziato a darci credito, anche in Federazione. La nostra forza è la credibilità di una storia trentennale. Noi ci siamo sempre state“.

Adesso Novara è un’istituzione nella pallavolo, ma c’è ancora tanto da fare per lo sport femminile: “Come ce n’è da percorrere in tutta la società civile. Le stesse squadre femminili sono ancora gestite per lo più da uomini. Ci vorrebbero più donne nelle posizioni dirigenziali, anche in Fipav“. E Suor Giovanna stessa rivela che, se non avesse preso i voti, “avrei fatto sicuramente l’allenatrice. Lo sport è sempre stato il mio pallino, mia madre dice che lo sport per me è una malattia“.

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