La Trentino Itas esce indenne da Berlino: in semifinale sarà derby con Perugia

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Di Redazione

La Trentino Itas si conferma tra le 4 squadre migliori d’Europa, evitando la rimonta del Berlin Recycling Volleys e accedendo alle semifinali di Champions League dove ritroverà, per un nuovo derby italiano, la Sir Sicoma Monini Perugia, già affrontata nella fase a gironi. Trema nei primi due set la squadra di Lorenzetti, priva dell’acciaccato Lavia: i tedeschi iniziano a mille, desiderosi di ribaltare lo 0-3 subito all’andata, e conquistano il doppio vantaggio. Un terzo parziale dominato apre però la strada alla rimonta di Trento, che nel quarto set risale dal 16-13 e si stacca sul 20-20 ottenendo il 2-2 necessario per il passaggio del turno. Il platonico tie break si chiude poi sul 15-13 per i padroni di casa.

Kaziyski e compagni hanno offerto un’ulteriore prova di carattere e maturità, sfruttando al massimo la grande vena a rete di Michieletto (alla fine a segno 22 volte, con tre muri e cinque ace ed il 56% a rete) e dello stesso capitano (15 punti col 48%), il muro di Podrascanin e la tenuta mentale dell’intera squadra, in cui ha brillato anche Pinali (17 con il 60% a rete e ben quattro block). Alla squadra di casa non sono bastate le prestazioni di Timothée Carle e dei due centrali in una serata caratterizzata anche da ben 32 errori-punto.

La cronaca:
La Trentino Itas si presenta in Germania con Lavia in gruppo ma ancora indisponibile, ragion per cui Lorenzetti conferma lo starting six già utilizzato nella partita d’andata: Sbertoli in regia, Pinali opposto, Michieletto e Kaziyski schiacciatori, Podrascanin e Lisinac al centro e Zenger libero. Il Berlin Recycling Volleys risponde con Grankin al palleggio, Patch opposto, Carle e Schott schiacciatori, Mote e Jendryk II centrali, Danani libero.

L’avvio è equilibrato (3-3), poi Kaziyski attacca due volte out e Carle trova l’ace che vale il 6-3, situazione che costringe i gialloblù a rifugiarsi nel primo time out discrezionale. Alla ripresa, la Trentino Itas agguanta subito la parità con Podrascanin (6-6), ma è una circostanza precaria perché Mote mura Pinali e ricaccia indietro i gialloblù (12-9). In seguito, Pinali restituisce il block subito, realizzandolo su Carle, e Kaziyski capitalizza una splendida azione difensiva dei suoi, trovando la parità a quota 16. Anche in questo caso i tedeschi accelerano di nuovo (20-16) con Patch e stavolta è lo spunto decisivo, perché poi Trento non riesce più a risalire la china (23-20) e chiude il primo set con un errore del sin lì perfetto Podrascanin (25-21).

Dopo il cambio di campo la formazione ospite mette subito in atto una rabbiosa rimonta, guidata da Pinali (attacco e muro su Carle) e dagli errori dei locali. Sullo 0-4 trentino il gioco viene subito interrotto dai tedeschi, che alla ripresa riescono progressivamente a riavvicinarsi (4-6 e 8-9) grazie alla buona vena realizzativa di Schott e all’ace di Grankin. Nella parte centrale la squadra di Lorenzetti si disunisce, sbaglia molto ed offre il fianco al sorpasso degli arancioneri che fermano con grande attenzione Podrascanin al centro della rete, costringendolo anche all’errore (14-11).

Nel momento migliore, Berlino cala la tensione, sbaglia con Patch e Jendrik, consentendo ai gialloblù di tornare avanti 16-17. È solo un attimo, perché poi la Trentino Itas torna a faticare in fase di cambiopalla sotto i colpi potenti del servizio avversario (21-17). Due ace in fila di Michieletto riportano sotto i suoi (22-21) ma è l’ultimo sussulto, perché poi il parziale torna ad essere tutto di marca avversaria grazie a Carle e Patch (25-22).

La Trentino Itas non si arrende e nel terzo periodo riparte come se nulla fosse (0-3 e 1-6) grazie a Kaziyski, Lisinac e Pinali. Lo stesso opposto si scatena e punge anche da seconda linea (3-10); Berlino prova a rialzare la testa (5-10) ma poi subisce un nuovo break che stavolta porta la firma di Michieletto (5-15). I tedeschi provvedono ad una ampia girandola di cambi, senza però riavvicinarsi minimamente agli avversari (7-20) e lasciando in fretta spazio agli ospiti verso il quarto set che arriva sul 9-25.

La contesa torna ad essere combattuta nel quarto set (5-4), con Berlino che riporta in campo tutti i propri titolari e che con Jendrik (ace) accelera sul 7-4 (time out Lorenzetti). Al rientro in campo Trento soffre ma torna in auge (11-10) ed inizia a lottare col coltello fra i denti, approfittando anche della tensione che attanaglia le braccia degli avversari, fallosissimi in battuta e a rete: dal 16-13 si passa al 17-19. La zampata di Michieletto (ace) e Kaziyski, garantisce un ulteriore allungo e fa volare i gialloblù in semifinale, già sul 21-25.

Il tie break diventa un piacevole dovere per la Trentino Itas, che la squadra affronta inserendo Cavuto e D’Heer sin dal primo scambio al posto di Kaziyski e Lisinac. I gialloblù restano avanti sino all’8-9, poi subisce il break di Berlino che si impone per 15-13, ma questa sicuramente per Angelo Lorenzetti è la sconfitta più dolce dell’intera stagione.

Siamo ovviamente felici, perché raggiungere l’obiettivo di restare fra le prime quattro squadre della Champions League era tutt’altro che semplice – ha spiegato l’allenatore della Trentino Itas Angelo Lorenzetti al termine del match – . Sapevamo che questa partita sarebbe stata molto difficile; sono stati bravi i giocatori a risalire la china dopo essere andati sotto 0-2. A questo gruppo ho fatto spesso i complimenti, ma in questo caso devo anche ricordare che nei primi due set ci siamo fatti prendere un po’ troppo dalla tensione e ci siamo risvegliati solo quando abbiamo tastato con mano il pericolo di andare a giocarci tutto nel Golden Set. Non c’è più tanto tempo per farlo, ma su questo aspetto dovremo crescere ancora da qui fino alla fine della stagione“.

Berlin Recycling Volleys-Trentino Itas 3-2 (25-21, 25-22, 9-25, 21-25, 15-13)
Berlin Recycling Volleys: Kowalski (L), Schott 6, Jendryk 10, Mote 11, Grankin 5, Klein ne, Carle 18, Danani (L), Kessel, Tuia 1, Patch 12, West, Sotola 4. All. Enard.
Trentino Itas: Kaziyski 15, D’Heer 2, Michieletto 22, Sbertoli, Cavuto 2, Pinali 17, Albergati, Zenger (L), Podrascanin 9, Lisinac 7, Sperotto, De Angelis. All. Lorenzetti.
Arbitri: Pop (Romania) e Strandson (Estonia).
Note: Spettatori 4200. Berlin: battute vincenti 7, battute sbagliate 21, attacco 45%, ricezione 43%-22%, muri 6, errori 32. Trento: battute vincenti 8, battute sbagliate 19, attacco 56%, ricezione 30%-14%, muri 13, errori 28.

(fonte: Comunicato stampa)

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Stephen Maar tra passato, futuro, famiglia (si sposa) e Trento: “L’avversaria peggiore, ma…”

Sale in Zucca

Prendi un ragazzo di 22 anni che arriva in Italia, a Padova, direttamente dal Canada. Capisci subito che ha un’energia speciale, fatta più di quello che non è ancora, ma che saltuariamente ti mostra in campo, che di quello che poi sarà il suo vissuto negli anni successivi. Questo ragazzo fa un percorso, articolato tra alcune delle piazze più importanti della Superlega, parliamo di Verona, Milano, Cisterna. Arriva a Monza, gioca dei playoff meravigliosi e una finale Scudetto contro pronostico, tra esplosioni di gioia, rabbia agonistica, palloni che pensi possano saltare per aria e un tormento interiore, che è la sua cifra. 

L’arrivo a Piacenza di Stephen Maar è forse l’ultima fase di questa evoluzione complessa, durata otto anni (per la parentesi russa alla Dinamo Mosca ci arriviamo) e nella quale lo schiacciatore oggi tira qualche somma, un po’ perché a trent’anni tutto appare più chiaro, tutto prende una forma diversa, e forse perché si è pronti per essere ciò che veramente si vuole essere da grandi, con o senza la pallavolo davanti:

“Ho trovato la mia tranquillità, il mio mondo. Per tanti anni sono andato avanti, girando il mondo e vivendo anni molto intensamente. Per la prima volta quest’anno la mia famiglia avrà la priorità rispetto a tutto e in estate voglio spendere un po’ di tempo assieme a loro”.

 
 
 
 
 
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Ha annunciato il matrimonio con la sua compagna Molly Lohman, pallavolista, solo qualche settimana fa. Vi sposerete in Italia?

“Le ho chiesto di sposarci in un pomeriggio sul Lago di Garda. Ma per ora non abbiamo i dettagli precisi anche perché dobbiamo incrociare le agende e i programmi. Adesso che mi fa pensare, sarebbe proprio bello se ci sposassimo in Italia (ride n.d.r.)”.

Anche perché l’Italia è stata la sua fortuna Maar. Ma anche per noi averla nel campionato italiano.

“Un bel viaggio, lungo otto stagioni, che comprende anche la mia parentesi russa. Ho giocato in tantissime città e ho considerato casa ogni luogo in cui sono stato. Ognuno di quei luoghi mi ha lasciato qualcosa, dalle persone, alle esperienze”.

Quella che ricorda per un motivo particolare?

“Credo Cisterna. È stato un anno molto particolare, dopo Milano e prima della proposta di Monza, dove poi ho trascorso tre anni della mia vita. Era un contesto molto piccolo, una città molto vivibile e una squadra capitanata da Fabio Soli e da uno staff, ricordo su tutti Gioele Rosellini, con cui ho lavorato molto bene. La pallavolo era seguitissima ed è stata la prima volta in Italia in cui le persone con cui avevo a che fare nella quotidianità, parlo magari del panettiere o dei ragazzi o ragazze che trovavo al supermercato, poi le ritrovavo sugli spalti a tifare la domenica”.

Si ricorda il Maar di Padova invece? Arrivato con tante novità a Padova? 

“Ricordo una squadra completamente nuova, che fece un inizio di campionato incredibile. Peccato perché poi ci siamo persi durante l’anno. Ma ripeto, la casa per me è ovunque in Italia”.

Ora la casa è Piacenza. Un anno che è stato letteralmente una montagna russa.

“Un anno in cui questo weekend cominceremo un importante semifinale contro Trento, e a cui teniamo davvero molto”.

Dall’arrivo di Travica, Piacenza sembra avere una luce nuova.

“Ogni cambio porta con sé uno scossone, o meglio, una reazione. Il periodo di difficoltà precedente ci ha fatto riflettere e c’è stata come pensavo e dicevo una reazione da parte di tutti. Ora tutti ci crediamo un po’ di più. Certo, Trento è l’avversaria che nessuno vorrebbe ritrovare in semifinale, anche perché è stata la migliore della regular season. Io ora non penso più a chi mi ritroverò di fronte, ma a come lo affronterò”.

foto Gas Sales Bluenergy Piacenza

La affronterà, mi permetto di dire in una condizione mentale diversa.

“Cosa intende?”

La rivedo in campo con una serenità che non conoscevo.

“Sì, è un bel momento della mia vita”.

Stephen Maar pensava di arrivare fino a qui quando studiava alla McMaster University?

“Non pensavo di avere fino a qui. Ho tanta gratitudine per tutti coloro che mi hanno permesso di fare un percorso, la mia strada. Ho studiato, ho aperto la mente a tutto ciò che mi è stato insegnato e ritrovarmi oggi a questo punto mi rende davvero orgoglioso”.

Di Roberto Zucca