L’annuncio non è certo una sorpresa: che Matey Kaziyski avrebbe vestito la maglia dell’Allianz Milano lo si sapeva da mesi. Da molto prima che l’eterno campione bulgaro – 39 anni a settembre – vincesse da assoluto protagonista lo scudetto con l’Itas Trentino, laureandosi anche MVP delle finali. Ma durante la conferenza stampa di oggi al Palazzo CONI di Milano è proprio lo schiacciatore a rivelare l’inedito dettaglio della durata del contratto: un biennale, scelta non certo banale per un giocatore della sua età.
“Sono pronto e accetto tutte le responsabilità – spiega Kaziyski – ho firmato un contratto di due anni perché ho garantito che posso tenere fisicamente, mi sento ancora in gamba e, tra virgolette, abbastanza giovane per tenere il ritmo e dare ciò che posso. Pensavo di rimanere fino a fine carriera a Trento, ma lì volevano cambiare e io non avevo ancora l’idea di lasciare il campo; il fatto di tornare a giocare in posto 4, poi, è stata una delle chiavi, anche se mi ritengo ancora capace di fare l’opposto in caso di necessità. Il progetto mi è piaciuto, e più lo conosco più mi piace, vedremo se riuscirò a farne parte. Faccio i complimenti a Milano per il finale di stagione, mi è dispiaciuto perché, sapendo che sarei arrivato, tifavo per loro… ma naturalmente quando abbiamo giocato contro ho fatto il mio dovere!“.
Poi un paragone che non dispiacerà ai tifosi dell’Allianz: “Quando sono arrivato a Trento c’era una situazione un po’ simile a quella di Milano, era una società in crescita a cui mancava qualcosa in più per arrivare in fondo. L’idea era quella di portare la squadra a vincere in 2-3 anni, ma noi siamo riusciti ad arrivare in fondo già dal primo e questo ha dato una spinta fortissima per creare un movimento molto forte a Trento. Più o meno c’è una similitudine e anche questo mi ha spinto a fare questa scelta“.
Di futuro ancora non si parla, anche se il bulgaro risponde positivamente alle parole di Bruno Da Re, secondo cui le porte di Trento saranno sempre aperte per lui: “Ancora non ho lo stimolo per smettere di giocare, sto posticipando questa decisione. Ho molto apprezzato il gesto di Da Re, ne terrò conto, però adesso penso a giocare finché posso e poi deciderò“. Probabilmente non nella nazionale bulgara, però: “Parlerò con il CT e lo staff nei prossimi giorni, non ho ancora annunciato la mia decisione ma penso si vada in quella direzione“.
Per Kaziyski c’è anche un video messaggio dell’allenatore Roberto Piazza, impegnato nel ritiro con la nazionale olandese: “So che porterai la tua esperienza, e so che il trofeo che hai vinto a Trento non è un traguardo, ma la linea di partenza per la nostra avventura. Sei un giocatore che, nonostante la ‘giovane’ età, è dotato di quelle caratteristiche che a noi in certi momenti sono mancate, come la tranquillità di poter giocare per obiettivi importanti sapendo che qualcuno di noi quelle partite le ha già disputate“.
Il direttore sportivo Fabio Lini spiega che l’interesse per “KK” parte da lontano: “Già in altre stagioni eravamo stati vicini a lui e avevamo capito che c’era un’empatia particolare. Il suo arrivo fa parte del progetto annunciato l’anno scorso triennale per arrivare al vertice e la trattativa è stata molto semplice e lineare“. Poi annuncia le conferme di Porro, Ishikawa, Mergarejo, Vitelli, Piano e Loser, oltre alle partenze di Patry ed Ebadipour, ma il presidente Lucio Fusaro “spoilera” anche il nome del nuovo opposto, che come è noto sarà Petar Dirlic: “Non è una stella, ma è quello che serve a noi, una persona seria e che sa lavorare con il gruppo. Ora ci mancano il quarto schiacciatore e il secondo palleggiatore“.
Un fiume in piena, come sempre, Fusaro, che sulle ambizioni di Milano dice: “Ci vogliamo provare e per farlo ci vogliono esperienza e campioni, ma questo è uno sport di squadra e la squadra va costruita pezzo per pezzo, persona per persona. Come ho già detto, non si vince solo prendendo gli Avengers“. Poi parla del rapporto con Kaziyski: “Quando lo staff me l’ha proposto l’ho chiamato e gli ho detto: sappi che qua non vieni a vincere lo scudetto, devi venire a servire questa città. Avrai due o tre bambini di fianco che potrebbero essere tuoi figli, il tuo compito è tenerli insieme. Poi ovviamente è uno dei giocatori più forti al mondo. Non badiamo all’età, ma ai risultati e al fatto di essere un esempio per i giovani, le scuole, l’ambiente. E meno male che l’ho preso a gennaio, adesso l’avrei pagato tre volte tanto…“.
Il numero uno di Powervolley non si lascia sfuggire l’occasione per una frecciata agli eterni rivali della Vero Volley e al trasferimento della squadra femminile a Milano: “C’è il Parmigiano Reggiano e c’è il parmesan, c’è la pizza napoletana e c’è quella americana che è tutta un’altra cosa… noi siamo i veri milanesi, per non creare confusione dall’anno prossimo ci chiameremo solo Allianz Milano (che in realtà è già da tempo la denominazione ufficiale della squadra, n.d.r.)”. A dire il vero, però, la preoccupazione di Fusaro sembra legata soprattutto all’utilizzo degli spazi dell’Allianz Cloud, che oltre a Superlega e A1 femminile, dovrebbe ospitare il Sanga Basket femminile, neopromosso in A1, e l’Urania Basket di A2 maschile.
Un affollamento su cui il presidente biancoblu richiama l’attenzione di Martina Riva, assessore allo Sport del Comune di Milano, che però non è rappresentato alla conferenza. Ci sono invece il padrone di casa Marco Riva, presidente del CONI regionale, la vicepresidente nazionale Claudia Giordani e il presidente della FIPAV Lombardia Piero Cezza, che a Kaziyski rivolge un appello scherzoso: “Fai a Milano quello che hai fatto a Trento e nessuno ti chiederà di più, va benissimo così…“.
di Eugenio Peralta