L’analisi di Andrea Giani dopo la sconfitta con Modena

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Di Redazione

I volti sconsolati di Clevenot, Piano e compagni a fine partita sono l’emblema evidente di quanto la Revivre Axopower Milano tenesse alla sfida contro Modena che metteva in palio un posto nella Final Four di Coppa Italia. Un sogno accarezzato nello sfortunato confronto contro i canarini, perso per 3-1, in cui Milano ha per lunghi tratti condotto il match fino a quei fatidici punti finali, in cui qualcosa non è andato come doveva, dove sono emerse le fragilità di una squadra che, passo dopo passo, si sta fortificando ma non ancora a tal punto da essere una fortezza inespugnabile.

C’è ancora dell’amarezza, ed è fisiologico essendo trascorse meno di 24 ore, ma il mondo Powervolley deve avere la forza e la lucidità per spogliarsi in questo momento dei sentimenti ed analizzare ancora più chiaramente quanto andato in scena al PalaPanini di Modena. L’ebbrezza finale dei padroni di casa, bravi ad infilarsi nei varchi che la Revivre Axopower ha offerto, è la dimostrazione che Modena ha avuto paura di perdere. Il silenzio, in alcuni frangenti del match dell’intero tempio del volley, ha sottolineato quanto quella Milano stesse ‘rischiando’ di compiere un nuovo sgambetto ai gialloblu, dopo il 3-0 del 13 gennaio al Mediolanum Forum.

«Ma le partite non si vincono al 16 o al 17, ma si vincono al 25»: è il tono autorevole di Andrea Giani, a fine gara, nel commentare la sconfitta in terra emiliana. «Abbiamo sempre avuto 4-5 punti di vantaggio, ma i punti dopo il 20 sono sempre determinanti. Abbiamo espresso una buona pallavolo, ma dobbiamo essere più bravi nel farlo fino alla fine. Ci fa male, perché se guardo la prestazione della squadra fino al 20° punto siamo stati molto bravi, ma se subisci filotti da quel punto in poi è un problema. Tiro le orecchie ai miei giocatori, quando hai un’occasione del genere, devi saperla prendere al volo».

Probabilmente le orecchie i giocatori della Revivre Axopower se le stanno tirando da soli in questo momento, increduli di fronte a quei black out che hanno caratterizzato le fasi finali degli ultimi tre set e che dovranno essere per forza oggetto di analisi e riflessione per rendere questa squadra ancora più competitiva e cinica. «Mi rode aver perso così perché abbiamo espresso una buona pallavolo – prosegue Giani –, torniamo a casa molto amareggiati: spero che tanti miei giocatori, che sono molto giovani, possano far tesoro di questa esperienza. I quarti di finale si giocano poche volte. Usciamo da questa gara con chiari-scuri, che ci serviranno per crescere ancora».

Di certo arrivare a questo punto della stagione e sapere di poter giocare punto a punto con Modena nella loro tana significa che Milano ha avuto la forza e la tenacia di fare degli step in avanti dall’inizio del campionato. Chi non dovesse rendersi conto di questo, sarebbe certamente in errore.

«Bisogna essere orgogliosi di quello che stiamo facendo – conclude il Giangio – , ma dovremo essere altrettanto realisti ed imparare da sconfitte come queste. Credo che noi, rispetto a Modena, abbiamo ancora molto margine di crescita, ma questo dipende anche dalle esperienze che si fanno. Abbiamo saputo tener testa ad una squadra come Modena, ma non basta. Dobbiamo fare un altro passo se vogliamo battere queste squadre qui. Di strada ce ne è ancora da fare, non sempre si riescono a fare tutti questi passi in una stagione, ma sono comunque segnali positivi».

I segnali ci sono tutti: Milano sta crescendo e può diventare una squadra scomoda.

(Fonte: comunicato stampa)

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