Laura Melandri e l’azzurro mancato: "Mi dispiace, ma non mi perdo d’animo"

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Di A.G.

Quando si dice che il centrale non è un ruolo determinante, non si pensa certo a Laura Melandri. Quest’anno le sue prestazioni con la maglia della Saugella Team Monza sono state di assoluto spessore tecnico: precisa in attacco, granitica a muro, fondamentale in cui è nei primi posti nella classifica individuale, ha dimostrato di essere una giocatrice matura, sicura e di grande affidabilità.

Ai microfoni di Volley NEWS, Melandri ha commentato l’esito della stagione della sua squadra a due settimane dall’eliminazione nelle semifinali dei Play Off Scudetto contro Conegliano. Una sconfitta che ha sicuramente lasciato amarezza e delusione, ma che non cancella quanto di buono ha fatto la formazione brianzola nel corso della stagione.

Partiamo dalla vittoria della Saugella Monza in Challenge Cup. Quali emozioni ha provato a sollevare questo trofeo?

“Ho provato emozioni uniche e difficili da descrivere. Non è stato facile vincere questa Challenge Cup, visto che sia la semifinale sia la finale sono state partite complicate e con molte insidie; tuttavia, siamo state brave a sfruttare al meglio le nostre risorse senza mai perdere lucidità”.

Se ripensa al vostro percorso europeo, qual è la prima istantanea che le viene in mente?

La partita di semifinale che abbiamo giocato in trasferta contro il Volero Le Cannet è stato il momento della svolta. A Cannes abbiamo capito che il livello della competizione si era alzato notevolmente rispetto ai turni precedenti e che solo esprimendo il nostro miglior gioco potevamo ambire alla vittoria finale“.

Monza ha disputato anche un ottimo campionato, terminando la regular season al quarto posto e raggiungendo le semifinali dei Play Off Scudetto.

Penso che il quarto posto in regular season sia stato meritato. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, dimostrando di essere una squadra forte e capace di potersela giocare con le big. Non è stato semplice trovare i giusti equilibri, visto che alcuni elementi importanti della squadra sono arrivati a ridosso dell’inizio del campionato per via degli impegni in Nazionale: siamo cresciute di partita in partita disputando alla fine una grande stagione“.

Cosa vi è mancato nella serie di semifinale con Conegliano?

Sicuramente Conegliano ha meritato di andare in finale. In questa stagione ha perfezionato i propri meccanismi di gioco dimostrando di avere una marcia in più rispetto a tutte le altre squadre. All’inizio della serie eravamo molto preoccupate di contenere l’attacco delle nostre avversarie, ma fin dai primi scambi ci siamo rese conto che potevano contare anche su un sistema di muro-difesa davvero formidabile. Di conseguenza, abbiamo dovuto cercare alternative per esprimere un gioco fluido e concreto e alla fine siamo riuscite a dare loro filo da torcere in Gara-3“.

Anche in questa stagione ha dimostrato un’ulteriore crescita: è riuscita ad essere nel vivo del gioco e molto spesso una delle protagoniste. Quanto pensa di essere maturata come giocatrice e quanti margini di miglioramento ha ancora?

Si è appena concluso il mio sesto anno da professionista e inizio a rendermi conto di avere un buon bagaglio di esperienza. Il mio attacco è andato sicuramente meglio rispetto alle passate stagioni e sono contenta di aver mostrato a tutti di non essere solo una centrale da muro. Credo di avere ancora tanti margini di miglioramento: sono alla continua ricerca di nuovi stimoli per alzare l’asticella e diventare una giocatrice di alto livello“.

Quanto è stato importante trovare un buon feeling con la palleggiatrice Micha Hancock?

Mi sono trovata davvero bene a giocare insieme a Micha. Sicuramente il palleggiatore ha un compito difficile perché deve gestire tutta la squadra, ma Hancock è riuscita a coinvolgermi al meglio nel suo gioco. Da centrale so bene che ci sono alcuni momenti della partita in cui ho meno possibilità di attaccare, anche se cerco sempre di dare il mio contributo lavorando in primo tempo anticipato per smarcare le bande e l’opposto“.

Il gruppo è stato il fattore X di questa Saugella secondo lei?

Certo. Le squadre vincenti sono sempre caratterizzate da un gruppo unito di persone che danno il massimo non tanto per se stesse quanto per le proprie compagne e la squadra. Quest’anno abbiamo dimostrato tutto questo“.

Capitolo Nazionale. Come mai non è stata convocata per l’estate azzurra?

“Non ho avuto modo di parlare con Mazzanti e perciò non conosco le motivazioni. Ovviamente spero sempre di vedere il mio nome tra le convocate, ma rispetto le scelte del commissario tecnico. Non mi perdo d’animo, perché penso di aver mostrato la giocatrice che sono. Mi dispiace solo per non essere riuscita a giocare le mie carte nel collegiale della scorsa estate, quando sono stata bloccata da un infortunio dopo che a metà luglio ero stata aggregata al gruppo azzurro“.

L’Olimpiade del 2020 rimane uno dei suoi obiettivi?

Penso che il sogno di ogni atleta sia quello di poter partecipare alle Olimpiadi: sarei un’ipocrita a dire che non vorrei andarci. Cercherò sempre di dare il massimo per guadagnarmi questa possibilità, ma so bene che non dipende solo da me“.

Che cos’è per lei la pallavolo e cosa l’ha portata a fare di questo sport un aspetto fondamentale della sua vita?

Giocare a pallavolo è il sogno che avevo fin da piccola. Sono felice che una passione sia diventata il mio lavoro e la mia quotidianità, ma non dimentico tutti i sacrifici che ho dovuto fare da adolescente. La pallavolo è una scuola di vita che mi ha regalato un bagaglio di esperienze che porterò con me per sempre.

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