Di Redazione
Come previsto le ultime decisioni votate dalla CBV, la federazione brasiliana di pallavolo, e dai principali club femminili del paese hanno scatenato feroci polemiche tra le giocatrici verdeoro. In particolare, a non andare giù a molte delle top player brasiliane è la conferma del sistema di ranking che consente a ogni club di ingaggiare al massimo due delle 10 giocatrici di più alto livello, mentre al contempo il numero di straniere per squadra è passato da due a tre.
La stella del VakifBank Gabi ha sintetizzato così la situazione in una frase riportata dalla compagna di nazionale Sheilla: “Per esempio potresti avere nella stessa squadra Zhu Ting, Egonu e Kim, ma non tre giocatrici della seleçao!“. La stessa Gabi ha parlato sul suo profilo Instagram di “incoerenza e ingiustizia” contestando il fatto che i voti espressi via mail da due club, Barueri e Curitiba, non siano stati presi in considerazione perché non presenti alla riunione.
Ancora più esplicita Thaisa, una delle voci del sindacato delle giocatrici: “Perché la CBV ha ceduto alle pressioni di Rio e Bauru e non ha accettato i voti arrivati via mail? Congratulazioni ai responsabili che accettano di aggiungere uno straniero e mantenere il ranking: aprono la porta agli stranieri e chiudono le porte ai brasiliani! Ci costringono ad andare all’estero” conclude la centrale, facendo riferimento anche alla paura delle giocatrici impegnate in campionati stranieri a causa della pandemia di coronavirus.
Durissima, sempre via Instagram, anche le parole di Fabiana: “Incredibile come CBV e alcuni club riescano a superare se stessi e peggiorino sempre di più le condizioni degli atleti. Hanno dato il via libera alle tre straniere e mantenuto il ranking: due voti a nostro favore non sono stati conteggiati!“.
Anche le società in questione si sono ovviamente schierate contro la procedura di voto: “Non penso proprio che sia giusto – ha detto Zé Roberto, allenatore del Barueri – la CBV ha ricevuto e risposto alla nostra mail prima della riunione. Quindi non accettiamo l’accaduto. Se, al momento della convocazione, fossimo stati avvertiti che il voto avrebbe avuto luogo solo con la nostra presenza a Rio, avremmo fatto uno sforzo per avere un rappresentante lì“.
Si tratta di una vera e propria protesta collettiva che adesso la CBV dovrà in qualche modo tenere in considerazione anche in vista delle prossime elezioni.
(fonte: Web Volei)