Di Eugenio Peralta
Il tempo per riposare, anche stavolta, è volato in un attimo: dalla finale per il bronzo dei Campionati Europei femminili alla ripresa degli allenamenti con la Savino Del Bene Scandicci, lunedì scorso, sono passati appena 8 giorni. Ma per la palleggiatrice azzurra Ofelia Malinov, 23 anni e già 168 presenze in nazionale, il rientro è stato tutt’altro che un peso: “Sinceramente non vedevo l’ora di conoscere la nuova squadra e di riprendere la vita da club, in cui puoi ritagliarti i tuoi ritmi e i tuoi momenti di libertà. Certo, sono capitata proprio nel pieno della preparazione, ma si sapeva…“.
Qualificazione alle Olimpiadi, terzo posto europeo, Final Six in VNL: qual è il bilancio dell’estate azzurra per Malinov?
“Un’estate intensa e molto positiva, da cui imparare tanto. L’obiettivo fondamentale era Tokyo 2020 e l’abbiamo centrato: sapere di essere già qualificate e non dover tornare in campo a gennaio è davvero importante. Per il resto, con tanti impegni ravvicinati era difficile ottenere dappertutto grandi risultati. E il terzo posto agli Europei non era affatto scontato“.
Però quella semifinale con la Serbia, come ha detto lei stessa, brucia.
“Un po’ di rammarico c’è, ma quella partita ci sarà di aiuto per capire che contro squadre di questo livello dobbiamo dare ancora qualcosa in più“.
L’Italia è ormai stabilmente tra le prime 4-5 squadre al mondo. Ma l’appetito vien mangiando: cosa serve per alzare ancora l’asticella?
“Attenzione: essere tra le prime è bello, ma rimanerci non è facile, e abbiamo visto dalle finali di VNL che nulla ci è dovuto. Ogni volta che si va in campo bisogna dimostrare quello che si vale, anche quando il pronostico è a nostro favore. Umiltà e voglia di lavorare sono la base di tutto. Poi dobbiamo avere più continuità, essere più ciniche nei momenti chiave e limare i dettagli, che fanno la differenza nelle partite decisive“.
Egonu e Mazzanti hanno risposto duramente alle molte critiche ricevute durante gli Europei. Lei come le ha vissute?
“Siamo rimasti tutti dispiaciuti, fa male ricevere tanti giudizi negativi. Sappiamo che le aspettative sono alte, ma è chiaro che quando si perde non lo si fa apposta, ed è proprio nei momenti più difficili che avremmo più bisogno del supporto dei tifosi. Non basta sostenere la squadra solo quando le cose vanno bene“.
Voltiamo pagina. Si torna a Scandicci alla vigilia di una stagione che per la Savino Del Bene ha un’importanza fondamentale.
“La società vuole puntare in alto e raggiungere risultati importanti, questo nessuno lo nasconde. In questi pochi giorni di allenamento ho già visto che c’è una bella atmosfera, tanta grinta e carica, si lavora bene. Siamo pronte a concentrarci sui tanti impegni che abbiamo“.
La squadra ha una rosa molto ampia, inconsueta per il nostro campionato. Una risorsa o una criticità?
“Non ho dubbi, è una fortuna: ci permetterà di mantenere alti i livelli di allenamento, di restare sempre in competizione per un posto da titolare, e soprattutto di arrivare fresche a fine stagione. Non dimentichiamo che si giocherà quasi sempre ogni 3 giorni“.
In panchina ci sarà una vecchia conoscenza come Marco Mencarelli: cosa si aspetta dal lavoro con lui?
“Marco mi piace molto, è un allenatore che ci sa fare con le giovani. Ritrovarlo dopo i tempi del Club Italia sarà bello: io sono cresciuta e lui ha fatto nuove esperienze, avremo tante cose da dirci“.
Ma quali sono gli obiettivi di Lia per l’annata che sta per iniziare?
“Sarà una stagione impegnativa e difficile, ma è ovvio che puntiamo a vincere qualche trofeo. Lo scudetto sarebbe il top! Per farcela bisogna lavorare tanto, ma bisogna anche crederci, e io ci credo“.
E le avversarie? Chi vede in pole position?
“Conegliano è sicuramente la squadra da battere. Ha mantenuto l’ossatura dell’anno scorso e inserito Paola (Egonu, n.d.r.) che può fare la differenza. L’importante però sarà giocarsela con tutti a viso aperto e dimostrare sempre quello che si vale, non ci sono partite già vinte. Prevedo delle belle battaglie!“