Di Roberto Zucca
Ognuno in questo viaggio rappresenta uno stile. Che sicuramente ne incorona l’entusiasmo e la voglia di essere decisivi. Sono spavaldi, non sono i re dei punti ma spettacolarizzano, soprattutto Grebennikov e Colaci, le loro arene settimanalmente e trattano il campo come un loro feudo personale in cui la palla non deve mai cadere. I liberi della Coppa Italia si presentano tra novità, conferme, perfezionamento e perfettibilità in un mix curioso quanto basta per seguire le semifinali. E da loro molto dipenderà il risultato finale.
MATTEO CHIAPPA: il suo anno è il 1993. E a 24 anni Matteo si ritrova ad essere il libero titolare della Coppa Italia, nonché il più giovane del suo ruolo. È un esordiente assoluto, pronto a sostituire al massimo il titolare De Pandis che non recupererà per il prestigioso trofeo. Per ora il campionato lo incorona, per la grande caparbietà con cui ha saputo affrontare la sua prima vera stagione, e per le buone prestazioni che lo collocano tra i migliori del suo ruolo. Potrebbe essere la rivelazione. Perché da meno noto, potrebbe far gravitare le attenzioni su di lui.
Punti di forza: il non avere niente da perdere. La consapevolezza di essere alla sua prima final four di Coppa da titolare potrebbe farlo giocare con più lucidità, godendosi il torneo e facendo quello che sa fare meglio, ovvero dare una palla perfetta rigiocabile al bravo Giannelli. L’anno scorso ha vissuto la finale dalla panchina. Quest’anno potrebbe esserne l’elemento di spicco.
Punti di debolezza: l’emozione. Magari non supportata da una prova dei suoi blocchi in attacco, che rispondono ai nomi di Zingel ed Eder. Se il livello medio del muro di Trento, che viaggia su percentuali alte ma non costanti si accostasse sul livello basso, la scopertura potrebbe essere un problema. Soprattutto se all’esordio ti trovi davanti a vecchie volpi come Atanasjevic e Zaytsev, primi avversari nella sfida del sabato.
JENIA GREBENNIKOV: l’uomo da battere. O meglio da abbattere. Alzi la mano chi non ricorda la sua magnifica finale vinta lo scorso anno in finale contro Trento. Arrivare su ogni pallone è una missione. Essere il primo del suo ruolo una caratteristica fondamentale della sua persona. La stagione in corso sembra confermare la parzialità del dato. A giocarsi la leadership sono in pochi, ma lui dimostra di essere difficile da buttare a terra. All’esordio della final four lo attende il suo compagno di nazionale Ngapeth, che più che averlo come avversario vorrebbe averlo come compagno di scorribande in World League. Sarà una bella sfida.
Punti di forza: la perfezione. Ama giocare la palla pulita per Christenson. Soprattutto se ad attaccarla ci sono Sokolov e Juantorena. È difficile trovarlo impreparato, o è difficile che non arrivi in qualche parte del campo o ancora meglio, è difficile che l’attacco avversario faccia breccia sulle sue mani d’acciaio. Imbattibile.
Punti di debolezza: difficile individuarlo. È uno dei migliori, se non il miglior libero del mondo. Civitanova lo coccola come se fosse una punta di diamante in attacco. Lui lavora in silenzio. E conquista trofei. Questo già lo conosce ma vuole averlo in più edizioni.
MASSIMO COLACI: la Supercoppa è stata sua. Questo potrebbe essere l’anno del doppio trofeo. Non sarà facile, soprattutto se all’esordio delle finali dovrai difendere le bordate di Lanza e Kovacevic o le iniziative di Vettori quando con Giannelli ripercorrono i bei momenti in azzurro. Ma Colaci ha già dimostrato in campionato che di queste sfide non ha paura e che può essere il vero outsider di Grebennikov. Per loro potrebbe ripetersi la finale, con un particolare: Colaci lo scorso anno indossava la casacca di Trento e nella finale subì il gioco di Civitanova portando a casa poco più della metà delle percentuali del libero francese. Quindi è obbligatorio il riscatto.
Punto di forza: l’esperienza. È il senior del ruolo. Conosce gli avversari meglio di chiunque altro poiché alcuni li ha avuti come compagni e li ha studiati a fondo. Ha esperienza internazionale e questo ne fortifica il ruolo soprattutto in queste competizioni. Ha resistenza di gioco e la visione giusta per risolvere i momenti topici dell’incontro.
Punto di debolezza: le fasi di down della Sir. È storia che alcuni attaccanti soffrono le finali più di altri, perdendo spesso la lucidità delle fasi concitate della gara. Bisognerà pensare di essere non di fronte ad una finale bensì ad un’avversaria da battere come già fatto in campionato ad eccezione di Civitanova. In quel caso c’è bisogno del miglior Colaci in circolazione, capace di annullare le velleità degli attaccanti più decisivi del campionato (leggi Juantorena, Sander e Sokolov).
SALVATORE ROSSINI: ha ancora l’amaro in bocca dalla scorsa final four, dove nonostante un’ottima semifinale con il 75% di positività, non riuscì a raggiungere la finalissima. Quest’anno la strada è decisamente in salita e lui lo sa. Rossini arriva in questa Coppa con un forte punto interrogativo già stabilito da una semifinale al cardiopalma contro Civitanova che la domenica prima sfiderà in anteprima prima di rincrociarsi al Palaflorio di Bari. Per lui l’occasione è ghiotta e i suoi principali ostacoli sono legati alle combinazioni d’attacco che Christenson crea con le bande e l’opposto e che spesso sfaldano la copertura modenese e di conseguenza rendono difficile la ricostruzione del gioco.
Punto di forza: l’imprevedibilità. Rossini ci ha abituato a partite da fuoriclasse quando ha giocato con l’irrazionalità che lo contraddistingue e che motiva le prestazioni degli altri. Se giocasse anche lui senza nulla da perdere forse potrebbe rivelarsi una mossa vincente.
Punto di debolezza: la giostra su cui spesso sale insieme a Modena, che si trasforma in una montagna russa che tocca punti alti e punti molto bassi tradotti in K.O pesanti che si fanno fatica a dimenticare. Civitanova è uno di quei momenti in cui la perfezione formale della squadra di Medei ne causa la discesa verso il baratro. Attenzione poi al servizio di Sander e Sokolov. Potrebbe risultare il colpo proibito per fare un all in a cui Rossini potrebbe non controbattere.