Di Redazione
Non è semplice per nessuno vivere in quarantena, ma le giocatrici della Unet E-Work Busto Arsizio hanno un vantaggio rispetto a molte altre: vivono tutte nello stesso condominio, anche se in appartamenti diversi. Così la giornata passa più in fretta, come racconta la centrale Sara Bonifacio in un’intervista a La Prealpina: “Ognuna sta per conto suo, ma almeno siamo tutte qua. Ci affacciamo al balcone e ci vediamo per un saluto e due chiacchiere“.
Per il resto la quotidianità di Sara, che a differenza della sorella Giulia ha scelto di rimanere a Busto, ha ritmi ben definiti: “All’inizio mi svegliavo comunque presto per abitudine, adesso invece prima delle 10 non mi alzo. Faccio colazione e subito dopo un po’ di stretching, poi pulisco casa: sono sempre con lo straccio in mano! Preparo il pranzo e verso le 16 faccio allenamento, una bella doccia e infine ceno… presto come gli anziani. La sera mi rilasso con un bel libro, ne ho già letti parecchi, oppure guardo serie TV o film“.
Gli altri svaghi sono la rete (“Ho provato l’altro giorno l’app per velocizzare i video, la scoperta tecnologica del mese“) e la cucina: “Mi piace molto e sono sempre lì a far pasticci. Mi viene voglia di provare cose nuove e diverse che durante la stagione non faccio. Sto sperimentando, in particolare con i lievitati“. Il capitolo allenamento è molto curato: “Abbiamo un programma settimanale da seguire con circuiti di esercizi a corpo libero di un’ora e mezza circa al giorno. Poi magari aggiungo altro, qualche video da YouTube in cui si devono ripetere gli esercizi di un istruttore. In 20 minuti si fa una gran bella fatica, nonostante abbia una buona condizione“.
Fuori, però, i problemi sono altri: “Non avrei mai detto – confessa la giocatrice piemontese – che si potesse arrivare a questo livello di aggressività del virus. Se il campionato dovesse finire qui sarebbe uno shock, ma credo che sarebbe molto irresponsabile tornare a giocare prima del tempo. Bisogna aspettare e fidarsi di quel che ci dicono le istituzioni. Rimarrebbe l’amaro in bocca per non potersi giocare tutto fino in fondo, ma dietro c’è una situazione seria e grave, non un capriccio. Per me questa è stata una delle stagioni più belle, ma se si guarda a contagi e decessi tutto passa in secondo piano“.