Di Redazione
Angelo Lorenzetti, coach dell’Itas Trentino, tira le somme di un 2018 intenso, che ha visto la sua squadra trionfare nel Mondiale per Club e concludere il girone di andata ad un buonissimo secondo posto. A riportare l’intervista è il Trentino, nell’edizione odierna.
In 38 giorni l’Itas ha giocato diciassette partite, portando a casa diciassette vittorie. Ci si inizia a chiedere se la squadra sia umana.
“Assolutamente sì. Scherzi a parte: stiamo bene e, pur con qualche difficoltà nelle ultime partite dove c’è stato un leggero calo, la squadra si sta esprimendo su buoni livelli. A gennaio potremmo fare fatica: se così sarà vedremo di che pasta siamo fatti. I grandi gruppi si misurano nelle difficoltà”.
E’ stato un 2018 decisamente intenso per Giannelli e compagni, difficile riassumerlo in un numero.
“Sono l’allenatore ed è difficile esprimere un giudizio numerico. E’ stato un anno con momenti “up” e qualche “down”. Le sconfitte non sono state tante: con Perugia e Civitanova il bilancio è in passivo, ma stiamo parlando dell’eccellenza del volley italiano, mentre non registro tante altre sconfitte contro formazioni che, sulla carta, ci erano o sono inferiori. A titolo personale, invece, mi sbilancio e il voto è 10: sono esattamente nel posto in cui vorrei essere, faccio ciò che so e mi piace fare esattamente come voglio e lavoro con persone favolose. Non potrei chiedere altro”.
In questa stagione la squadra si è distinta per alcuni momenti “top”, in particolar modo uno.
“Beh non può che essere la conquista del Mondiale per Club in Polonia poche settimane fa. Ce ne sono altri, per carità, di molto positivi, ma se devo individuarne uno è quello e non si può parlare di momento “scontato” perché diventare campioni del Mondo non lo è”.
Ma oltre agli alti, i giocatori hanno affrontato anche periodi negativi.
“La semifinale della scorsa Coppa Italia a Bari contro Perugia. Uno 0 a 3 senza repliche che ha rappresentato il punto più “basso” dell’anno, della difficoltà estrema, ma anche il momento della ripartenza. Da quella partita in poi tutti i giocatori hanno iniziato a lavorare ancora più sodo senza perdersi nel “gioco delle colpe”: quel gruppo, lo dico senza paura di essere smentito, ha insegnato tanto a tutti quanti”.
Uno dei rammarichi di Trento è la “Gara 5” di semifinale scudetto contro Perugia.
“Con un diverso approccio a quella partita, avremmo potuto cambiare un pronostico già scritto. E poi chissà”.
L’organico della scorsa stagione presenta differenze rispetto a quello della stagione attuale.
“Poche, senza dubbio. Il gruppo dello scorso anno era formato da brave persone, affidabili, che – come ho detto – hanno saputo tenere duro nei momenti di difficoltà estrema con tanta determinazione. La rosa di quest’anno è diversa. Più… elettrica, più soggetta ad alti e bassi, ma con tantissimo talento. Per quanto riguarda la personalità, beh quella si misura nei momenti di difficoltà. Dal punto di vista relazionale sono veramente contento: il nostro è un gruppo forte e coeso”.
L’anno nuovo è alle porte e, come da tradizione, si fanno buoni propositi per la nuova stagione.
“Beh, facile. Primo: ritrovarci nuovamente qui a fine 2019 e commentare, con lo stesso sorriso, i dodici mesi appena trascorsi. Sarebbe un ottimo segnale. Secondo: rendere ancora più forte e “vivo” il grandissimo feeling che si è creato con il meraviglioso pubblico di Trento”.
(Fonte: Trentino)