Di Alessandro Garotta
Sulla stampa sportiva turca, come su quella italiana, la parola “deprem” (terremoto) è da sempre usata con leggerezza. In un paese che condivide con noi una certa cultura sportiva polemica, è un termine che viene utile per indicare i grandi cambiamenti all’interno di un club o di una Federazione. Guidetti depremi! Resmen açıklandı (“Terremoto Guidetti: l’addio è ufficiale”), titolava ad esempio la versione online del quotidiano Fanatik a metà novembre, per sottolineare tutto il clamore per la separazione di Giovanni Guidetti dalla nazionale femminile. Sono passati tre mesi, eppure sembra passata una vita.
Perché nel frattempo tutto è cambiato e la parola “terremoto” ha ripreso il suo significato agghiacciante. Il sisma che nella notte tra il 5 e il 6 febbraio ha colpito il sud-est della Turchia e il nord della Siria è una di quelle tragedie che segnano un’intera generazione, che oggi si trova a piangere oltre 50 mila morti. Sono migliaia i palazzi crollati, le famiglie decimate, le vite distrutte e, ovviamente, anche le storie da raccontare. Come quella che ha vissuto in prima persona Lucia Bosetti: ecco la nostra intervista esclusiva alla schiacciatrice del Cukurova, squadra che ha sede ad Adana, una delle località più colpite.
Che ricordo ha della notte del sisma?
“È stato qualcosa di tremendo. Mi sono alzata improvvisamente nel mezzo della notte a causa di una scossa fortissima. Mentre cercavo di andare dai miei genitori, che dormivano in salotto, non riuscivo a stare in piedi e perciò mi tenevo alle pareti. Davvero terribile… Ho avuto grande paura soprattutto perché ero all’estero e non a casa mia, ma sono grata per il fatto che siamo usciti illesi da tutto questo“.
In queste settimane sono giunte tante storie e immagini strazianti. Qual era lo scenario ad Adana nelle prime ore dopo il terremoto? Quali sono state le vostre difficoltà maggiori?
“Dopo il terremoto la gente si è riversata in strada, mentre la municipalità di Adana aveva indicato alcuni posti sicuri dove poter andare: di fatto erano parcheggi all’aperto. Quindi, si è scatenato il panico generale perché tutti hanno preso la propria macchina per spostarsi. Anche quei momenti sono stati tremendi. Noi ci siamo diretti verso il palazzetto, visto che anche quella zona era considerata sicura, e abbiamo passato lì la giornata. Intanto cercavamo di trovare il modo per rientrare in Italia. Insieme a noi c’erano alcune giocatrici straniere della squadra: Katarina Lazovic voleva tornare in Serbia, mentre Angela Leyva – non potendo andare in Perù perché troppo lontano – si sarebbe spostata ad Ankara con la sorella“.
Quando ha realizzato quello che ha vissuto?
“Ho realizzato quello che era successo solo quando sono tornata in Italia. Perché immediatamente dopo il terremoto avevo ricevuto tanti messaggi e telefonate, ma non riuscivo bene a capire lo scenario generale. Ero stata contattata da giornalisti che conosco e si occupano di pallavolo, non collegando però che fosse per conto di quotidiani nazionali o telegiornali. Inoltre, non avevo modo di seguire le notizie in tempo reale perché dovevo trovare un modo per uscire dalla città. Una volta rientrata in Italia, mi sono resa conto della gravità del sisma. Non avrei mai immaginato che l’epicentro potesse essere in un punto lontano e causare comunque tutti quei danni. Quindi, è stata una presa di coscienza che è arrivata col tempo“.
Dopo alcuni giorni a casa ha deciso di tornare in Turchia, anche se le scosse di assestamento sono ancora in corso. Come mai questa decisione? Non ha paura?
“Ho passato due settimane in Italia, poi il club ci ha richiamato. Lunedì scorso, mentre ero sul volo per tornare in Turchia, la terra ha tremato ancora. A quel punto, però, la società ha deciso di spostarsi ad Antalya, dove abbiamo ripreso gli allenamenti. Dunque, ora ci troviamo in una città abbastanza distante dalla zona colpita dal terremoto. Sicuramente avevo paura ma, quando hanno deciso di farci rientrare, ho pensato soltanto a seguire le indicazioni del club. Volevo arrivare in Turchia, toccare con mano la situazione e vedere come mi sarei sentita. Non avevo nessun tipo di programma e soprattutto non volevo prendere decisioni dettate dalla fretta o da un pregiudizio“.
Il volley turco sta provando a ricominciare, a ritrovare una qualche forma di normalità. Com’è stata la ripresa degli allenamenti?
“Abbiamo ripreso gli allenamenti da pochi giorni, mentre tutte le altre squadre non si sono mai fermate e hanno continuato a lavorare o giocare le partite delle coppe europee. Sicuramente la ripartenza sarà un po’ più difficile per noi, visto che siamo rimaste ferme per due settimane. Il campionato turco ricomincerà nel prossimo weekend, anche se la nostra partita sarà rinviata e recuperata al termine della regular season. Perciò, torneremo in campo l’11 marzo a Bolu“.
In generale, come valuta la sua esperienza al Cukurova?
“Fino al momento del sisma reputo la mia esperienza ad Adana veramente positiva, perché mi ha arricchito tantissimo a livello personale. Anche i momenti difficili che ho vissuto successivamente hanno contribuito alla mia crescita e mi hanno insegnato a prendere decisioni sotto pressione. Sono cose che mi aiuteranno nella vita di tutti i giorni, al di fuori della pallavolo. È ovvio che quello che è successo mi ha segnato parecchio: è stato uno shock forte. Per diversi giorni ho faticato a prendere sonno e ancora adesso mi viene la tachicardia se ripenso a quello che ho vissuto, ma parlando con le compagne di squadra sono sensazioni comuni. Credo che sia una normale elaborazione dello spavento“.
Come vede il prosieguo della stagione? Quali sono i vostri obiettivi?
“Non è facile rispondere a questa domanda. Sicuramente l’obiettivo della società è quello di accedere ai play off. Tra l’altro il presidente del Cukurova ricopre anche la carica di presidente della municipalità e ci tiene a dare un segnale di ripresa forte. Dal punto di vista personale, penso che vivrò il presente passo dopo passo, valutando come mi sento e come affrontare ogni situazione. Per il resto, non ho proprio idea di come proseguirà la nostra stagione“.
Quali sono i suoi piani per il futuro? Pensa di tornare a giocare in Italia l’anno prossimo?
“Sto valutando varie opzioni. Senza dubbio mi piacerebbe tanto tornare a giocare in Italia, anche se al momento non ho ancora deciso nulla“.