Di Roberto Zucca
Una ritrovata serenità, che Luigi Randazzo chiama semplicemente divertimento. È quella che a vederlo in campo con la maglia della Gioiella Prisma Taranto si nota di primo acchito. Complice una stagione iniziata con il clima giusto e circondato da una bella compagine:
“L’ho detto quando sono arrivato qui. Avevo voglia di ritrovare la gioia e il divertimento di giocare a pallavolo. Sono stati anni difficili e di grandi cambiamenti sul piano emotivo e professionale. Capisco non siano stati facili per nessuno, ma arrivato qui ho sentito il bisogno di ricominciare a giocare con un altro spirito“.
Non è solo il Covid, quindi. La scorsa stagione non è andata.
“No. Inutile nascondersi dietro un dito. Arrivavo da un recupero importante a Padova e mi aspettavo altro sotto tutti i punti di vista. Me la sono buttata alle spalle, ho trascorso un’estate in cui, per la prima volta dopo tanti anni, ho avuto il tempo per dedicarmi a me stesso e agli altri senza l’orologio o il calendario tra le mani. È stato strano, ma bellissimo“.
Ilaria è sempre al suo fianco. Quanto è stata importante in questi anni la sua presenza?
“Moltissimo. Quest’anno è stata dura dover sacrificare la quotidianità per il nostro lavoro, ma teniamo duro e riusciamo a vederci una giornata al primo giorno libero di uno dei due. Ora passeremo qualche giorno assieme dopo le feste. Ma è giusto che ognuno di noi si realizzi nella propria professione“.
Ha ritrovato un amico a Taranto.
“Giulio Sabbi. Sì, firmare contestualmente al suo ingaggio mi ha fatto piacere. Con Giulio ci siamo sostenuti in tanti momenti lo scorso anno. L’amicizia in questi casi è un bel toccasana“.
Ho visto che la famiglia di Giulio, in particolare sua figlia Greta, sono molto legate a lei.
“È reciproco. Quando sei in una situazione particolare come quella dettata dalla pandemia hai necessità anche di stringerti attorno agli affetti più cari o semplicemente di condividere una serata, una pizza, un momento con gli amici. Per noi è stato così lo scorso anno. E continuiamo a farlo anche in questa stagione“.
A Taranto sente meno pressione?
“No, non è una questione di pressione. Sicuramente gioco con più entusiasmo. Ci sono state alcune giornate un po’ complicate contro squadre con cui non siamo riusciti a fare risultato, ma siamo ripartiti in fretta, perché questa stagione è importante e soprattutto molto impegnativa in ogni singola giornata“.
Ora che ha superato i problemi degli scorsi anni, ha ricominciato a pensare alla nazionale?
“Il pensiero della nazionale non ti abbandona mai. Deve sapere che io la prima maglia azzurra l’ho vestita a 15 anni e la nazionale ha fatto sempre parte della mia vita. Quindi è normale che con la testa ci ritorni e che per me sia una questione a cui dedicare dei pensieri“.
Quindi non è una porta chiusa?
“Assolutamente no“.