Di A.G.
Pur avendo perso le prerogative di avanguardia nel discorso tecnico e tattico, i tornei estivi per nazionali mantengono ancora la capacità di generare un’enorme attenzione mediatica attorno a quei giocatori che hanno la bravura e la fortuna di sfoderare una grande prestazione al momento giusto. Lasciando intravedere mezzi tecnici evidenti, abbinati magari a un’età che lascia sognare margini di crescita senza limiti.
A Malwina Smarzek è bastato essere la miglior realizzatrice della Volleyball Nations League 2018 per far scattare il meccanismo: impossibile frenare l’entusiasmo dopo averla vista sbaragliare le difese avversarie e chiudere con tabellini da vero fenomeno. Uno dei più grandi talenti polacchi, con un biglietto da visita importante in patria, era diventato in breve tempo il desiderio proibito di mezza Europa. Alla fine, però, l’opposto è sbarcato in Italia, al Volley Bergamo, dove ha vissuto la prima stagione in Serie A1, mettendo a referto 342 punti in 24 presenze.
Le aspettative generate attorno a Smarzek sembrano ampiamente giustificate, sia per quello che ha mostrato con la propria Nazionale – e l’ultimo Europeo ne è l’ennesima conferma – sia per margini di crescita che paiono ancora tanti e in grado di prendere direzioni molto diverse. In ogni caso il campionato italiano può contare tra le proprie fila una giocatrice dal grande potenziale, che merita di essere osservata anche nel prosieguo di questa annata.
Ci racconti qualcosa di lei. Chi è Malwina Smarzek e qual è il suo rapporto con la pallavolo?
“Mi definirei una persona determinata, coraggiosa ed esigente. Adoro la pallavolo, amo le emozioni che dà questo sport, le sensazioni che si provano durante la partita: ogni anno è una nuova avventura, con nuove sfide e la possibilità di crescere sia come donna che come giocatrice. Lo sto facendo anche a Bergamo”.
Tra i suoi segni particolari troviamo i tatuaggi. Qual è quello più significativo?
“Direi quello che ho sul braccio destro, un’immagine tratta da “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry. Ho deciso di farlo recentemente quando ho avuto occasione di rileggere questo libro, che ha accompagnato la mia infanzia: non è soltanto una storia per bambini, con colorati disegni e una scrittura semplice, ma in realtà tocca temi molto importanti, come il senso della vita, l’amore e l’amicizia”.
Questo è il suo secondo anno a Bergamo. Come si trova?
“Mi sento a casa qui. Mi piace l’atmosfera, la gente che incontri per strada perché sono sempre tutti gentilissimi, aperti. Quando sono arrivata, pensavo fosse più difficile ambientarsi ad una cultura diversa, per me nuova. Ma dopo un anno mi sembra di far parte di questa cultura: quando ti trovi bene in un posto e c’è gente che ti vuole bene, poi è più facile riuscire a rendere al massimo”.
Quali sono le sue aspettative per questa stagione?
“Quest’anno sono arrivate giocatrici forti e perciò credo che la squadra sia più competitiva rispetto alla scorsa annata. Sicuramente il nostro obiettivo è di raggiungere i Play Off: se riusciremo a mettere in campo buone prestazioni e ciascuna di noi darà il proprio massimo, non potremo avere rimpianti”.
Ha ritrovato Mirkovic, con cui ha vinto uno Scudetto al Chemik Police.
“Palleggiatore e opposto devono vivere in simbiosi e con Sladjana mi trovo davvero bene. Abbiamo giocato insieme in Polonia e devo dire che dopo un anno niente è cambiato, visto che siamo riuscite a ritrovare in fretta un buon feeling in campo”.
Quali sono le principali differenze tra il campionato italiano e quello polacco?
“In Italia è tutta un’altra musica. Il campionato polacco è composto da quattro formazioni di alto livello, mentre le altre sono meno competitive: là preparare le gare è più facile e ci si può concedere qualche errore in più”.
Nelle ultime settimane ha assunto un certo risalto il conflitto tra voi giocatrici della nazionale Polacca e il CT Jacek Nawrocki. Pensa che si possano ricucire i rapporti?
“Speriamo che si possa trovare la migliore soluzioni per tutti. Al momento non posso aggiungere altro“.