Come era facile aspettarsi, l’esordio record di Arianna Manfredini in Serie A a 13 anni e 4 mesi ha fatto molto ‘rumore’, e il termine non è usato a caso. “Lo avete fatto solo per fare il record”, “È solo una bambina”, “Poteva farsi male con una pallonata”, “Di sicuro è raccomandata, sarà la figlia del presidente” sono solo alcuni dei commenti che Casalmaggiore si è vista recapitare nelle ultime ore.
Ennesimo esempio di quanto i social vengano usati da persone adulte, in questo caso molte donne, per vomitare giudizi feroci senza conoscere cosa ci sia dietro una notizia come questa.
Ebbene, dietro la notizia in realtà c’è molto da sapere e da raccontare, ed è assolutamente una bella storia che non merita critiche ma semmai un plauso. Andiamo con ordine.
Quando sabato è terminata la sfida di Pool Salvezza di Serie A2 tra Casalmaggiore e Concorezzo, finita 3-0, e si è appreso che sul 24-16 del terzo set come libero è stata schierata la giovane Manfredini, abbiamo subito scritto alla società che ci ha messo in contatto direttamente con il presidente Giovanni Ghini.
Incredibile ma vero, ecco la prima notizia: Arianna non è sua figlia. Il diverso cognome, però, forniva già un primo indizio. Seconda notizia: dietro la scelta di schierarla non c’era assolutamente la volontà di stabilire un nuovo record in Serie A, è stata una scelta dell’allenatore argentino Claudio César Cuello presa sul momento. Nulla era stato “programmato” a tavolino.
Chiariti questi aspetti, che per qualcuno evidentemente erano fondamentali, passiamo a parlare seriamente del perché una tredicenne come Manfredini fosse in panchina in un match di Serie A2.

“La nostra politica – ci spiega il presidente Ghini – è quella di avvicinare concretamente le nostre giovanili alla prima squadra. Ogni settimana, di solito il giovedì al Pala Radi, portiamo due ragazze delle squadre Under 16 o Under 18, allenate da Matteo D’Auria, in palestra con la prima squadra. Ovviamente non svolgono una sessione di allenamento completa, ma comunque partecipano attivamente a molti esercizi. In più cerchiamo sempre di portarne una, se non due, in panchina in occasione di partite ufficiali. La stessa Arianna Manfredini non era la prima volta che andava in panchina in Serie A, ma oltre a lei questa possibilità l’hanno avuta nel corso della stagione tante altre ragazze”.
“Perché lo facciamo? Perché in questo modo speriamo di alimentare l’interesse dei giovani verso lo sport, nel nostro caso la pallavolo, dando loro anche opportunità ed emozioni concrete da vivere. Il nostro è un territorio dove i settori giovanili stanno riscontrando tante difficoltà. La riforma del lavoro sportivo ha costretto varie realtà a chiudere, ma noi non ci arrendiamo. Preferiamo che i ragazzi e le ragazze giochino a pallavolo piuttosto che passare il loro tempo libero attaccati a telefonini e social”.
Parole che fanno onore a Ghini e a Casalmaggiore. Per di più, cosa che a tanti è sfuggita, oltre ad Arianna Manfredini, che nonostante la giovane età ci raccontano essere davvero un libero promettente, già con una maturità pallavolista rilevante per la sua età, in panchina contro Concorezzo c’era anche Arianna Zaniboni. Libero anche lei ma schierata schiacciatrice come regalo perché quello era il giorno del suo quindicesimo compleanno.

Contro prova del fatto che non si tratta di dichiarazioni di facciata, ma di un modus operandi che la società persegue da tempo, ecco l’elenco delle ragazze delle giovanili che quest’anno sono andate in panchina in partite ufficiali di Serie A2: Arianna Manfredini (classe 2011), Ginevra Manfredini (2010, sorella di Arianna), Arianna Zaniboni (2010), Gaia Zambonelli (2010), Stefania Coccoli (2010), Caterina Bianchi (2008), Sofia Bertazzoli (2010), Lucia Lottici (2010), Anna Viccardi (2010), Emma Perini (2010), Viola Cabrini (2010), Alice Ferrigno (2009). Questa, per noi, era la notizia che meritava davvero di essere raccontata.
Di Giuliano Bindoni