Di Redazione
La Superlega chiude i battenti per questa stagione. Questa la decisione presa ieri dalla FIPAV che ha di fatto congelato l’annata sportiva senza l’assegnazione dello scudetto e senza retrocessioni. No anche ai play off, che alcune società speravano di disputare. Dunque cala il sipario sulla Serie A, una decisione condivisa anche dal tecnico della Consar Ravenna, Marco Bonitta, che intervistato dal “Corriere Romagna” si augura che passata l’emergenza Covid-19, la pallavolo intera possa ritrovare i valori che ultimamente si erano persi.
«Ora è chiaro per tutti – dice Bonitta – che è stato fondamentale fermarsi, noi peraltro l’abbiamo fatto l’8 marzo in anticipo su tutti perché avendo un medico come presidente la percezione reale del problema è stata immediata. Spostandoci sul lato agonistico, per finire la stagione regolare avevamo tre gare alla portata, quindi partendo dal sesto posto penso che avremmo ottenuto l’accesso ai play-off tra le prime otto».
Olimpiadi rimandate Bonitta è stato a lungo coach della Nazionale femminile, logico allora pensare anche alle Olimpiadi rimandate al 2021: «Quanto alle Nazionali dico che rimandare le Olimpiadi di un anno è stato giusto e anche fatto per tempo, così da evitare ulteriore stress da attesa a giocatori e staff. Le nostre rappresentative, nel mio augurio, nella seconda parte dell’estate potranno tornare ad allenarsi, poi a quel punto difficilmente potrebbero esserci delle pause fino alle Olimpiadi. Per le squadre di club ho un’idea precisa: spero che si possa giocare a partire dal 6 settembre, con sei settimane di preparazione alle spalle, quindi iniziare a fine luglio se sarà possibile. Il sogno che ho è che ci si possa allenare già dal mese di giugno, ma forse resterà tale».
L’emergenza ha tappato le ali a tutto lo sport italiano, ma alla fine questo prolungato momento difficile potrebbe anche aprire nuovi scenari: «Da questo momento si potrebbero anche trovare opportunità, certamente. È difficile dire quale lezione si potrebbe trarre da questa emergenza, restando alla pallavolo penso che il nostro movimento invece di unirsi si sia abbastanza diviso, perché ho visto che molti club si sono fermati ai loro interessi personali. Tutti abbiamo perso qualcosa: magari una lezione da imparare, quando tutto sarà finito, è che la pallavolo dovrebbe tornare indietro nel tempo, nel senso di ritrovare stimoli, propositi e condivisione che al momento ha un po’ perduto».