La notizia non era nell’aria, perciò ha stupito tutti. Dopo undici anni di un sodalizio che sembrava impossibile finisse, Marco Volpato lascia la Pallavolo Padova per accettare l’interessante, e neanche tanto celata, proposta di riportare Cuneo a vincere. Una proposta che lo ha lusingato a tal punto da decidere di rimettere in discussione la sua vita e la sua carriera in Veneto:
“Padova resta una società che consiglierei a tutti. È un luogo bellissimo nel quale ho trascorso gli anni più importanti della mia carriera. Una città che vive tanto la pallavolo e nella quale i tifosi ti supportano sempre, al di là dei risultati. Undici anni della mia vita li ho passati qui e lascio davvero tanti ricordi“.
Dopo undici anni perché si lascia?
“Padova è cambiata tanto. Io sono cambiato con lei. Ha cambiato tanto, è cresciuta. Anche io mi sento di dire di essere cresciuto e dopo una bella, difficile e sperata salvezza raggiunta questa stagione, era arrivato per me il momento di provare a cambiare qualcosa. La telefonata di Cuneo non me l’aspettavo, non era in programma. Mi ha lusingato, lo ammetto, e sono rimasto colpito dall’entusiasmo e dall’essere così stato voluto e scelto“.
Cosa si ricerca in una nuova avventura come questa?
“Un progetto che mi aggrada parecchio, una società che crede in te e vuole darti l’opportunità di misurarti con altro. La voglia di conquistare qualcosa di nuovo, in un’altra serie. È una sfida e mi piace coglierla con questo spirito“.
Botto, Sottile, Volpato. Non serve dire di più.
“Giocatori, parlo di Jacopo e Daniele, che conosco e con cui ho giocato contro per tantissime stagioni. Sono contento di trovarli in questa nuova avventura. Vedendo ciò che si sente dalle prime conferme e dai nuovi acquisti annunciati, è un organico di ottimo livello. Sarà un bel campionato, lo si è visto negli ultimi anni. E soprattutto anche io ho il ricordo di una bella A2 giocata ormai un po’ di anni fa“.
Non le mancheranno le gare contro Modena e Civitanova, che quest’anno ha pure vinto?
“Giocare contro campioni come quelli che mi sono ritrovato davanti è stato bello e quest’anno, come dice Cuttini, abbiamo giocato una stagione di imprese. Ecco, è stato bello così per ora. Posso prendermi un congedo da certe sfide, e giocarne altre. Anche perché giocare certe stagioni può essere sfiancante sotto molti punti di vista“.
In questi anni lei, come detto da molti, è stato il perno della Kioene. Una sorta di garanzia. È stato difficile?
“Mi è piaciuto innanzitutto essere un punto di riferimento per i giovani e far parte dei gruppi degli ultimi anni. Stare in mezzo ai giovane causa un effetto benefico, ossia che ti senti giovane anche tu (ride, n.d.r.)! Tornando seri, credo che le responsabilità facciano parte del percorso di crescita, e mai come in questi ultimi anni mi sono anche caricato addosso il peso di certi momenti. Mi ha fatto certamente diventare l’atleta che sono il fatto di dover essere sempre una specie di garanzia, come dice lei“.
Chi o che cosa si porta dietro da questi anni?
“Le amicizie come quella con Baldon, il secondo allenatore, con cui ho condiviso la passione per i computer. Ma anche il legame nato con tanti ex compagni come Mattei, Balaso, Giannotti, Crosato, Scanferla“.
di Roberto Zucca