Quando è arrivato all’Itas Trentino, quattro anni fa, aveva promesso di conquistare lo scudetto e la Champions League. E oggi, dopo il titolo di campione d’Italia dello scorso anno, quella profezia si è finalmente avverata, proprio nel giorno in cui Marko Podrascanin ha giocato la sua ultima partita con la maglia gialloblu: la finalissima di Antalya vinta contro lo Jastrzebski Wegiel.
“Io di solito sono uno che le promesse le mantiene – sorride il “Potke” – l’ho detto anche ai miei figli prima di venire qua. Erano tutti sicuramente un po’ preoccupati, dopo i Play Off che non avevamo fatto ad alto livello, però abbiamo preparato questa partita bene e abbiamo dominato dalla prima all’ultima palla contro quella che insieme a noi è forse la squadra più forte del momento in Europa. Per la mia chiusura con questa bellissima maglia, dopo 4 anni, non potevo chiedere di più“.
L’ultimo punto della partita lo ha messo a segno proprio il capitano, che poi si è lasciato andare a un urlo liberatorio: “Mi sono ricordato tutti i momenti difficili, in particolare le due finali perse nei miei primi due anni a Trento: pensavo che a 35 anni, che ormai sono 37, non sarei più riuscito ad alzare questa Coppa. Invece ce l’abbiamo fatta e ringrazio tutti, a cominciare dai tifosi, perché davvero questo trofeo ce lo siamo meritato. Una dedica? A mia figlia, che oggi compie 9 anni; oggi è anche la Pasqua ortodossa, il giorno più importante della nostra Chiesa, e ormai credo anche della mia vita privata, perché la data del 5 maggio rimarrà sempre nel mio cuore“.
intervista di Giuliano Bindoni
