Di Massimo Dagioni
Ok un set in due partite non è stato un grande bottino per la Savino del Bene, ma la qualità che questa squadra può mettere in campo, al cospetto dell’Imoco Conegliano, è molta di più… ma non è più tempo di analisi troppo generali, martedì sera ci sarà quel famoso “paio d’ore” di tempo ben precise in cui fare buona pallavolo (anzi, per battere questa Imoco e riaprire la serie a Scandicci servirà un’ottima pallavolo), oppure conosceremo già una finalista del campionato 2017/2018.
Naturalmente ogni partita (a maggior ragione in una serie di semifinale scudetto, dove l’aspetto nervoso, agonistico e temperamentale è fondamentale) fa storia a sé, ma dal punto di vista tecnico-tattico le prime due sfide sono state abbastanza simili: perché i numeri possono dire tante cose, si può tentare di “piegarli” un po’ per supportare una propria teoria, o sensazione, o lettura di una partita, ma alla fine quelli veramente rilevanti non mentono… e dicono che il divario nel fondamentale dell’attacco nelle prime due sfide non lasciava, non poteva lasciare scampo a Scandicci. Poi è giusto e sensato parlare anche di approccio alle gare, di rimanere attaccati ai set senza cedere mentalmente alle difficoltà, evidenziare gli atteggiamenti non verbali e linguaggio del corpo, come ha puntualizzato in modo decisamente colorito Carlo Parisi in un time-out di gara 2, invitando le sue giocatrici a cambiare la mimica facciale… ma l’analisi oggettiva delle prime due sfide dice che:
- Imoco in gara 1 ha messo a terra 54 palloni, pari al 47% di attacco con efficienza 34% (cioè dato pulito da errori e murate subite)
- Savino del Bene in gara 1 ha messo a terra 32 palloni, pari al 34% di attacco con efficienza 24%
- Imoco in gara 2 ha messo a terra 56 palloni, pari al 47% di attacco con efficienza 36%
- Savino del Bene in gara 2 ha messo a terra 41 palloni, pari al 39% di attacco con efficienza 20%
Quindi dati e scarti di attacco sostanzialmente costanti; quelli di Conegliano addirittura quasi identici (in positivo), nonostante un pessimo primo set in gara 2; e se poi vediamo come si dividono tra le due fasi fondamentali del gioco, cioè primo attacco dopo ricezione ed attacco dopo difesa, sarà ancora più chiaro cosa tenere d’occhio per capire se qualcosa starà cambiando in gara 3 o se la musica sarà la stessa…
- Imoco in gara 1, in cambiopalla (perdonatemi l’accezione vintage…) ha messo a terra 31 palloni, pari al 51% di ricezione-attacco con efficienza 46% (cioè dato pulito da errori e murate subite); in gara 2 32 palloni, pari al 53% di ricezione-attacco con efficienza 47%
- Savino del Bene in gara 1, in cambiopalla ha messo a terra 18 palloni, pari al 38% di ricezione-attacco con efficienza 30%; in gara 2 28 palloni, pari al 43% di ricezione-attacco con efficienza 25%
- Imoco in gara 1, in contrattacco (perdonatemi ancora!) ha messo a terra 23 palloni, pari al 43% di difesa-attacco con efficienza 20% (cioè dato pulito da errori e murate subite); in gara 2 24 palloni, pari al 41% di difesa-attacco con efficienza 26%
- Savino del Bene in gara 1, in contrattacco ha messo a terra 14 palloni, pari al 30% di difesa-attacco con efficienza 19%; in gara 2 13 palloni, pari al 32% di difesa-attacco con efficienza 12%
Pertanto differenza di attacco dopo ricezione abissale in entrambe le sfide a favore dell’Imoco Conegliano; e se in gara 1 Savino del Bene Scandicci aveva “tenuto” almeno sull’attacco dopo difesa (efficienza 19 contro 20), in gara 2, nonostante un primo set vinto largamente (forse appunto grazie ad un impatto agonistico veemente, che non ha retto però nello sviluppo tecnico-tattico della gara) la forbice finale è stata decisamente eloquente..
Non è un caso che Carlo Parisi, tecnico capace ed esperto, in gara 2 abbia ruotato praticamente tutte le sue attaccanti laterali ed alternato le sue palleggiatrici, senza tuttavia trovare il bandolo della matassa, ovvero dello sviluppo dell’attacco;
per le toscane la speranza sarà di recuperare e riequilibrare prima di tutto il cambiopalla, per poi cercare di giocarsela su tutti i fronti, tecnici ed agonistici; e si sa che riaprire la serie può cambiare gli equilibri da tutti i punti di vista
le venete sembrano in questo momento estremamente stabili, forzano tantissimo il servizio e giocano palle veramente molto spinte in attacco, accettando anche un margine di errori non esiguo; se riusciranno a non farsi condizionare dall’importanza della posta in palio non falliranno il match point per la finale