Di Redazione
Scende in campo Massimo Righi per difendere la Porto Robur Costa 2030, la nuova società costituitasi a Ravenna, accusata di fungere da “lavatrice di debiti” per la vecchia Porto Robur Costa, finita in liquidazione. Dalle colonne del Resto del Carlino Modena, il presidente della Lega Pallavolo Serie A risponde seccamente: “È un’accusa molto grave, della quale chi la formula può rispondere anche in tribunale. Sono offese e illazioni. Chi parla di lavatrice nel mondo del volley deve firmarsi. Nella pallavolo di Serie A maschile questa pratica non esiste“.
“La situazione di Ravenna – continua Righi – non era particolarmente complessa: ha soldi in cassa, altri che incassa dalla cessione del titolo, e con quelli pagherà fornitori e atleti. Resta un debito verso l’Erario, che è rateizzato già da due anni, come lo Stato le ha concesso“. Tra i creditori c’è anche la Lega stessa, per circa 19mila euro: “Probabilmente si tratta di produzioni televisive. Ma quelli sono debiti verso fornitori, non perdite. La Lega paga per tutti i club e anticipa le riprese televisive, evidentemente a quella data c’era ancora un residuo da pagare“.
Più in generale il presidente di Lega si esprime sulla situazione economica dei club: “Per noi è importante che siano solidi finanziariamente, che non abbiano i piedi d’argilla. I problemi di cassa, come ad esempio uno sponsor che non paga, non sono problemi strutturali. Se un club ha debiti verso la banca o verso un fornitore, non possiamo obbligarlo a ripianarli durante la stagione. Noi controlliamo i bilanci ogni sei mesi, ma ci sono anche dei tempi tecnici di intervento. In questo caso ci fu comunicata la messa in liquidazione, poco dopo è arrivato il lockdown e tutto è diventato più complicato“.
Nei giorni scorsi la società romagnola era intervenuta per spiegare la situazione, assicurando che tutti i debiti della vecchia società sarebbero stati ripianati.