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Matteo Maiocchi: “Santa Croce, una scelta fatta con il cuore”

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Di Roberto Zucca

Ha saputo imporre le sue idee e sicuramente è stato in grado di comprendere quando salire sui treni giusti per arrivare nel mondo che ha sognato sin da quando ha mosso i primi passi a Brugherio, da quattordicenne e da elemento più giovane del gruppo. Matteo Maiocchi è il nuovo entusiasmo che avanza con la maglia della Kemas Lamipel Santa Croce. Un giocatore in grado di imporsi con uno stile che lascia poco spazio all’immaginazione:

Credo di essere un giocatore che arriva in campo con il cuore e lo spirito. Cerco di mettere tutto me stesso in quello che faccio sin da piccolo e credo di aver saputo conquistare tutto quello che poi ho avuto in carriera. Anche quest’anno la scelta di Santa Croce è stata davvero fatta con il cuore, dopo una bellissima telefonata con Vincenzo Mastrangelo che già mi aveva allenato a Reggio Emilia“.

Milano aveva già deciso di confermarla…

Sono stati davvero molto comprensivi e non finirò mai di ringraziarli. Abbiamo trovato il modo per fare sì, che nonostante l’impegno preso con Powervolley, potessi accettare la proposta di Mastrangelo e di Santa Croce. Hanno capito che per me era una bella occasione, e mi hanno lasciato andare“.

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L’occasione è trovare più spazio, seppure in un campionato di A2. Corretto?

Sì, avrei provato con tutto me stesso a trovare la mia occasione anche in Superlega con Milano in questa stagione, ma ammetto che sarebbe stato un cammino più in salita. Vincenzo mi ha proposto di giocare e di entrare in una realtà piena di talenti che hanno voglia di dire la loro in questo campionato. Mi ha molto entusiasmato il progetto e fino ad ora non posso che essere felice per la scelta fatta“.

Dicono che con la giusta quadra possiate essere una squadra rivelazione.

Siamo una squadra molto giovane, questo si nota subito. Per la prima volta mi trovo infatti in un ruolo inedito, ossia quello di non essere il più giovane della squadra (ride, n.d.r.), con i miei 24 anni. Questa in particolare l’ho vissuta come una grande occasione per me per poter essere per la prima volta di supporto agli elementi più giovani. Spero di risultare esattamente prezioso come per me lo sono stati alcuni compagni di avventura negli scorsi anni“.

A proposito di elementi così, lei mi ricorda un po’ il Piano degli esordi. Quando parla di cuore e spirito, soprattutto.

Questo lo devono dire gli altri. È ovvio che per me l’essere accostato a Matteo è un onore, non solo per il giocatore che è, ma anche per la persona che ho avuto la fortuna di conoscere a Milano“.

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Yuri Romanò ha dichiarato al nostro portale che lei è uno dei nomi che merita qualcosa di più rispetto a ciò che ha avuto in carriera.

Lui è un amico speciale, una persona che con me ha condiviso non solo il campo da gioco, ma con cui ho avuto modo di confrontarmi spesso. Per me vedere la strada che sta facendo Yuri è un grande stimolo per pensare di poter anche solo provare a raggiungere certi obiettivi. Quando parla di gavetta, di sacrifici, di riconoscimento del lavoro e del valore, Yuri è sicuramente il miglior esempio. Era fortissimo già quando non aveva conquistato il titolo mondiale. Io sono contentissimo del suo successo“.

Oltre la pallavolo, per lei c’è un altro mondo. Alludo al fatto che lei è un dietista.

Sono dietista, è vero. Ho completato la prima parte del mio percorso di studi proprio quest’anno. Ho cercato di seguire una passione per la materia e soprattutto, cercare di unire l’utile al dilettevole, proprio perché è una professione che ha un grosso legame con lo sport. Spero di avere occasione in futuro di applicare ciò che ho imparato, magari proprio nel volley. Credo che avere un piano B, nella vita, paghi sempre“.

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