Maurice Torres, opposto di Padova: "Mi aspetto una stagione molto intensa. Dovremo lottare per puntare ai playoff"

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Di Redazione

Sono gli ultimi due arrivati in casa Kioene Padova: l’opposto Torres e il libero Danani. Entrambi presenti in Piazza della Frutta per l’aperitivo con i tifosi, hanno raccontato a “Il mattino di Padova” le loro prime impressioni sulla città e sulla società.

Vengono da lontano, uno dal Porto Rico, l’altro dall’Argentina. Uno attacca, l’altro difende. In comune la maglia che indosseranno, quella bianconera della Kioene Padova. L’opposto Maurice Armando Torres e il libero Santiago Danani sono gli ultimi arrivati alla corte di coach Baldovin: dalle loro mani passeranno molte delle fortune del club. E se Danani ha già avuto modo di esordire in un paio di amichevoli, la presenza di Torres, che venerdì sera si è subito aggregato ai nuovi compagni per l’aperitivo con i tifosi in Piazza della Frutta, è stata una gradita sorpresa. «Mi aspetto una stagione molto intensa», le sue prime parole da giocatore della Kioene. «La Superlega conta su tante squadre di alto livello e questo significa che dovremo lottare per puntare ai playoff. Quello italiano è ormai il campionato più bello del mondo: negli scorsi mesi si sono registrati i trasferimenti di elementi come Leon, Simon e Leal, che lo hanno reso tale. Ci sono formazioni come Perugia, Modena, Macerata o Trento che da anni guidano il movimento, ma occorrerà fare i conti anche realtà interessanti come Siena, una neopromossa che però ha ingaggiato uno dei palleggiatori più forti al mondo come l’iraniano Marouf e che conta su un opposto del calibro dell’argentino Johansen, innesti in una squadra molto equilibrata e che si pone subito in alto nei pronostici».

La parlata è già abbastanza fluida, ma è naturale per questo martello ventisettenne prelevato sì dal campionato polacco (con lo Zaksa ha chiuso ai piedi del podio l’ultima Champions League) ma che ha già giocato in Italia a Latina, Molfetta e Ravenna. «Mi piace tutto del campionato italiano: il livello di gioco, le città, i tifosi e la grande caratura degli avversari. L’esperienza in Polonia, però, è stata importante. Personalmente mi aspetto di crescere tanto insieme a un allenatore come Baldovin, sia sotto il profilo umano che atletico», conclude Torres, reduce dall’esperienza dei Mondiali, con la sua nazionale uscita dalla rassegna dopo la prima fase.

Al suo fianco, in piazza, c’era anche Santiago Danani, che è arrivato nella città del Santo già da una decina di giorni. Ad appena 22 anni, questo libero vanta un curriculum importante, perché nel 2017 si è laureato campione del mondo Under 23 con la nazionale del suo Paese, e ha già avuto modo di esordire in quella maggiore allenata da Velasco. Lui non parla ancora italiano, ma il suo spagnolo è comprensibile anche da chi non padroneggia la lingua iberica. «Ho giocato la prima amichevole con Brescia dopo che ero arrivato in Italia da un giorno, in quella vinta con Lubiana (al tie break, e lui è stato votato migliore in campo dai giornalisti presenti, ndr) ero già un po’ più inserito nei meccanismi, dopo alcuni giorni di lavoro. Padova? È hermosa (bella, ndr), ho conosciuto diversi tifosi e il clima mi sembra molto… sudamericano. Abbiamo molto in comune tra italiani e argentini».

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