Di Paola Lopez Marchetti
Dall’Argentina all’Italia: un viaggio che Maximiliano Cavanna ha già compiuto tre volte in carriera. Quest’anno il palleggiatore ex UPCN è tornato in Superlega per una sfida importantissima: aiutare la Gas Sales Piacenza a mantenere la categoria, in una città con tanta storia pallavolistica che l’anno scorso si è dovuta adattare alla Serie A2, ma ha riconquistato subito la massima categoria nazionale sperando di rimanervi a lungo.
Dopo una partita molto combattuta (quasi un’abitudine in queste prime giornate di campionato) Max ci racconta così la sua decisione di tornare in Italia: “Ho saputo tramite il mio procuratore che a Piacenza serviva un altro palleggiatore, lui mi ha raccontato il progetto e mi è piaciuto da subito. Mi ha entusiasmato l’idea, soprattutto perché la società è nuova e mi sembra molto seria. Qui mi trovo molto bene e molto comodo”.
Dopo il tuo passaggio a Ravenna dal 2014 al 2016, come è stato il tuo ritorno in Superlega?
“Mi sono trovato con un gruppo di giocatori molto buono dal punto di vista umano, uno spogliatoio altamente positivo e questo è importantissimo per affrontare il campionato. Per ora va tutto bene. Abbiamo iniziato con delle partite molto difficili, però ci è servito per capire a che punto siamo. Dobbiamo mantenere la continuità, specialmente con le squadre alla nostra portata e che hanno i nostri stessi traguardi“.
Anche se magari è un po’ prematuro, quali sono gli obiettivi per quest’anno?
“Sicuramente mantenere la categoria e lottare per arrivare il più in alto possibile. Per adesso vediamo come va partita dopo partita, cercando di affrontare nel modo migliore gli scontri diretti, per migliorare giorno dopo giorno. Se poi arriviamo ai playoff molto meglio: la squadra c’è, i nomi ci sono, dobbiamo focalizzarci sulla continuità, ma io credo che ce la faremo a qualificarci. Come obiettivo personale, vorrei continuare a crescere come giocatore e rimanere in Italia”.
Che cosa ti manca di più dell’Argentina?
“Quello che mi manca di più… È l’asado, gli amici, la famiglia, e tante altre cose. Noi comunque siamo abituati, la nostra vita di sportivi ci fa tenere le valigie sempre pronte”.