Maxwell Holt: "In Italia sto bene, sono molto preoccupato per la situazione negli Stati Uniti"

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Di Redazione

A parlare oggi è stato il centrale della Leo Shoes Modena Maxwell Holt, con lui si sono affrontati tanti temi, la sua intervista è un vero e proprio spaccato della vita da atleta a Modena in questo momento emergenziale legato al coronavirus.

 

In un momento così difficile si cerca di trovare il lato positivo… hai molto tempo per le tue passioni, quanto ne passi a suonare?

“Sto suonando tantissimo, passo anche più di tre ore alla chitarra e in più ho creato un piccolo studio con microfono e pianoforte, strumenti che ho comprato poco tempo fa. Questa è una grande passione, sto lavorando per migliorare e cercare di comporre anche musica mia. Sto studiando inoltre un nuovo tipo di applicazione, che si chiama Logic, che mi permette di studiare e crescere dal punto di vista musicale. Se dovessi fare un nome di un cantante da ascoltare oggi vi consiglierei Hozier, è irlandese, mi piace un sacco ed è bravo a scrivere musica. Sinceramente però sto ascoltando poco, preferisco suonare e basta”.

 

Come stanno andando gli allenamenti a casa?

“Chiaramente ci vuole un po’ di creatività, sto usando perfino il divano, ma principalmente sto usando diversi strumenti tra cui manubri, elastico e palla medica”.

 

Perché hai deciso di rimanere qua a Modena e di non rientrare in USA?

“Christenson e Anderson lo hanno fatto soprattutto per raggiungere la propria famiglia, è una scelta logica, hanno entrambi due bambini piccoli. Personalmente sto bene qui, negli Stati Uniti penso la situazione potrà solo peggiorare, e non fatemi parlare di Trump, mi ci vorrebbe un’ora solo su quello, dico solo che oggi in America sono messi come noi due settimane fa, non oso pensare a cosa succederà da adesso in poi e sono molto preoccupato”.

 

Come hai reagito alla notizia riguardante la positività di Earvin Ngapeth al Coronavirus?

“Ho visto la foto con Earvin sul lettino d’ospedale, spero che vada tutto per il meglio e sono sicuro che si riprenderà, ha un sistema immunitario forte e spero che in Russia possano trattare il virus nel modo giusto. Il grande problema è che il test non è disponibile per tutti, compresi noi atleti, è possibile che qualcuno di noi lo abbia avuto, ma nessuno può saperlo, ciò che conta è che il campionato sia stato giustamente bloccato”.

 

Secondo te si disputeranno le Olimpiadi in Giappone? Il campionato di SuperLega si concluderà?

“Non lo so. Per quanto riguarda le Olimpiadi tante persone hanno lavorato per l’organizzazione e quindi spero che si possa svolgere tutto senza problemi. La vedo dura che si riesca a fare in tempo, la mia sensazione è che verrà tutto spostato. Bisognerà vivere giorno per giorno e vedere cosa succederà. Campionato? Vorrei tanto finirlo, così come tutti. E’ chiaro che lo sport non è il bene primario, toccherà alla Lega decidere il modo giusto per ripartire senza rischiare nulla, magari troveranno il modo di trasmettere tutte le partite in streaming, con noi giocatori in campo con guanti e mascherine (sorride amaramente, ndr). Cerco anche di sdrammatizzare, ma la situazione è difficile e in questo periodo si stanno alzando i numeri e la salute è il bene primario. Il tema sport è delicato, spero ci sia un modo per riprendere tutto, ma è dura”.

 

Tornerete in palestra, seguendo in un’atmosfera decisamente surreale.

“Saremo divisi in gruppi e avremo la possibilità di allenarci in sala pesi per un’ora e mezza con un compagno e il preparatore fisico. Sarà molto strano, ma sono comunque contento di poterlo fare così come lo è il resto della squadra, io sarò in coppia con Zaytsev, sappiamo che in questo modo non ci saranno rischi. Effettueremo il nostro lavoro e dopo aver finito andremo direttamente a casa senza fare la doccia al PalaPanini. E’ un piccolo segno per iniziare e tentare di tornare alla normalità. La gente è costretta ora a restare a casa, personalmente mi sento fortunato perché ho una piccola possibilità di lavorare e fare ciò che amo”.

(fonte: comunicato stampa)

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