L’unica cosa che dovrebbe stupirci di Melissa Vargas è che non ci stupiamo più del suo rendimento. È come se considerassimo la sua straordinarietà una non-notizia, oppure un dato viziato dal contesto a lei favorevole. Quest’anno è stata la miglior giocatrice, ha collezionato trofei e numeri da record, e lo sappiamo, eppure tendiamo a trovare giustificazioni, più che spiegazioni. Rispondiamo che gioca nel Tianjin e quindi ha vita facile nel campionato cinese, che non è riuscita ancora a vincere la Champions League, che il Fenerbahce nella seconda parte della stagione 2022-2023 ha vissuto un picco di forma irripetibile, e ancora più in generale, che tutto sommato Vargas ha una buona tecnica e capacità atletiche fuori dal comune, ma in fondo non è una leader.
La verità è che non consideriamo mai come meriterebbe questa opposta cubana naturalizzata turca, e la sua estate, tutt’altro che scontata, è qui a ricordarcelo. Appena tornata in Cina per una nuova stagione con il Tianjin, l’MVP delle VNL Finals e dei Campionati Europei si è raccontata in esclusiva ai microfoni di Volley NEWS.
Melissa, riavvolgiamo il nastro e partiamo dai tuoi esordi. Quali sono i primi ricordi relativi alla pallavolo?
“Da bambina mi è sempre piaciuto fare sport: ho praticato baseball e basket fino all’età di 8 anni, quando ho conosciuto la pallavolo grazie a un insegnante di scuola che mi aveva invitato a provarla. Già al primo allenamento mi ero innamorata di questa disciplina e man mano che imparavo a conoscerla ero sempre più entusiasta. Successivamente a 12 anni ho lasciato Cienfuegos, la mia città, per trasferirmi a L’Avana e unirmi alla nazionale di Cuba. Miglioravo molto rapidamente, così a 13 anni ho avuto la possibilità di esordire con la nazionale maggiore“.
Quando hai capito che le tue abilità erano superiori a quelle delle altre giocatrici?
“Ho capito di avere talento molto presto perché mi rendevo conto di migliorare più velocemente rispetto alle altre giocatrici. Inoltre, amavo allenarmi e ogni giorno avevo voglia di imparare qualcosa di nuovo“.
Eri giovanissima quando sei arrivata in Europa. Come mai hai lasciato Cuba per andare a giocare in Repubblica Ceca?
“In quella stagione (2015-2016, n.d.r.) dovevo andare all’Uralochka in Russia, ma all’improvviso la Federazione cubana ha deciso di mandarmi in Repubblica Ceca; era un periodo in cui la federazione decideva tutto, anche dove avrebbero giocato le proprie giocatrici. Alla fine, sono andata a Prostejov, accompagnata da mia madre: averla al mio fianco durante la prima esperienza all’estero ha reso tutto più semplice“.
Poi com’è proseguito il tuo percorso pallavolistico? E cosa è successo con la Federazione cubana?
“Al termine della stagione a Prostejov ho iniziato ad avere problemi alla spalla ed era necessaria un’operazione. Per me è stato un periodo davvero complicato perché non ricevevo un supporto adeguato dalla Federazione cubana. Così, dopo aver rifiutato di andare in ritiro con la nazionale, sono stata sospesa per quattro anni. Inoltre, non mi era consentito lasciare il paese. È stata una fortuna che di lì a poco SB Community – l’agenzia che mi rappresenta – mi ha contattato e aiutato sia per quanto riguarda la mia riabilitazione sia nel processo per porre fine alla sospensione. Grazie al loro aiuto, dopo un anno e mezzo, ero finalmente libera. Non appena abbiamo ricevuto il passaporto, io e la mia famiglia abbiamo lasciato Cuba per andare a Belgrado, dove ho iniziato ad allenarmi individualmente. Nel frattempo, ho firmato il mio primo contratto con il Volero Zurich. Ero molto felice di poter continuare a coltivare i miei sogni pallavolistici“.
Dalla Svizzera alla Turchia. Quanto è stato importante per te il passaggio al Fenerbahce?
“Per me è stato importante approdare in un club così glorioso, che gioca in un campionato competitivo e partecipa abitualmente alla Champions League. Un club che mette nelle migliori condizioni per lavorare e dà la possibilità di allenarsi insieme a grandi giocatrici. Al mio arrivo sapevo che sarei migliorata tantissimo grazie ad allenamenti efficaci e partite di alto livello“.
Nella stagione 2022-2023 hai guidato il Tianjin e il Fenerbahce alla vittoria dei rispettivi campionati. Quali emozioni hai provato dopo questi trionfi?
“Essendo una persona a cui piace competere e che vuole sempre vincere, sono davvero felice di questi risultati. Trovo appagante sapere che il duro lavoro paga sempre. E nella scorsa stagione abbiamo lavorato tantissimo. L’unica pecca è di non essere arrivata in finale di Champions League con il Fenerbahce; però, abbiamo combattuto fino alla fine e senza dubbio abbiamo dato il massimo. È sempre possibile fare meglio, ma intanto cerco di imparare sia dalle vittorie sia dalle sconfitte“.
Autostima e carattere sono fondamentali quando si gioca nei migliori club della Sultanlar Ligi turca o della Superleague cinese. Parlaci un po’ del tuo mindset.
“Ho sempre voluto diventare una pallavolista professionista e fin dalla tenera età ho lavorato molto duramente per raggiungere i miei obiettivi. Tuttora do il massimo per raggiungerli. Se vuoi diventare la migliore, devi essere diligente, motivata, ostinata, e lavorare costantemente su tutti gli aspetti che determinano una giocatrice: fisico, mente, tecnica e tattica“.
Nel 2021 hai ricevuto la cittadinanza turca e lo scorso maggio hai finalmente potuto esordire in nazionale. Come mai hai scelto di giocare proprio con le “Sultane della rete“?
“Volevo far parte di una nazionale forte in modo da poter partecipare ai grandi tornei internazionali. È sempre stato il mio sogno giocare quelle competizioni. Inizialmente ero stata contattata dalla Federazione serba, ma l’iter procedeva lentamente e non veniva seguito in modo professionale: così, con il passare del tempo, ho scelto la Turchia, anche perché giocavo lì in quel periodo. La Federazione turca ha sbrigato tutte le pratiche necessarie rapidamente; quindi, le sono molto grata per quello che ha fatto“.
La tua prima estate da opposta della nazionale turca si è conclusa con gli ori alla VNL e al Campionato Europeo, e il pass per le Olimpiadi di Parigi 2024. Possiamo dire che è andata bene, vero?
“Certo, sono estremamente felice e soddisfatta dei risultati che abbiamo ottenuto. Siamo state impegnate su diversi fronti, ma abbiamo raggiunto tutti i nostri obiettivi. Le performance di quest’estate mi hanno riempito d’orgoglio, così come il fatto che abbiamo dimostrato di essere un gruppo molto unito“.
Hai fatto incetta di premi individuali quest’estate. Quanto lavoro c’è dietro ai traguardi che hai raggiunto?
“Ho dovuto aspettare due anni prima di giocare in nazionale; così, nel frattempo, mi sono preparata a quello che mi aspettava. Volevo essere in forma per aiutare la squadra a raggiungere i suoi obiettivi: ho lavorato duramente – specialmente durante i periodi estivi – per raggiungere la condizione fisica ottimale e migliorare le mie abilità perché sapevo che, se non fossi stata al meglio, sarebbe stata dura affrontare una stagione internazionale dopo quella con i club. Dunque, ho cercato di sfruttare tutto il tempo a disposizione per lavorare sulla crescita individuale. Così facendo, quando raggiungi un obiettivo, non puoi che provare una sensazione di immensa felicità e avere lo stimolo per puntare allo step successivo“.
Sta per iniziare la tua terza stagione con il Tianjin. Come ti trovi in Cina? È stato difficile adattarsi alla vita e alla cultura locale?
“Mi trovo bene per diversi motivi. Le persone che lavorano per il club, lo staff e le giocatrici sono molto gentili e amichevoli e dal primo giorno mi hanno accolto a braccia aperte. Samanta, la mia interprete, mi aiuta con tutto ciò di cui ho bisogno. In generale, ho trovato una squadra che ha una grande etica del lavoro e si impegna al massimo in ogni sessione di allenamento. Grazie a loro sono migliorata tantissimo. E poi mi piace conoscere nuove culture e imparare cose nuove: lo vedo come un modo per crescere anche come persona“.
Come mai nelle ultime stagioni hai optato per giocare in Cina, e in particolare al Tianjin?
“Perché giocando qui la mia crescita è stata enorme. Sia le competizioni sia gli allenamenti mi hanno aiutato a mantenere alto il livello. Inoltre, ho notato che le mie performance sono migliori con la combinazione di due club forti nel corso di una stagione. Il Tianjin è una squadra molto ambiziosa, in cui giocano quasi tutte le giocatrici della nazionale cinese. Come ho detto in precedenza, mi trovo molto bene con loro“.
Quali sono i tuoi piani per la seconda parte della stagione 2023-2024?
“Al momento il mio obiettivo è di lavorare sodo e vincere le competizioni a cui prenderò parte con il Tianjin. Una volta terminata la stagione in Cina, scoprirò la mia prossima destinazione“.
Se consideriamo il tuo palmares, hai vinto tante medaglie d’oro, campionati, coppe, titoli di MVP e premi di miglior realizzatrice. Ma c’è qualcosa che ti manca e ti piacerebbe aggiungere alla lista?
“Ci sono ancora molti obiettivi che vorrei raggiungere: in primis vincere tutto con i club in cui gioco, e poi anche in nazionale. Sono certa che questo è solo l’inizio e arriveranno tanti altri successi. Ma, affinché possa realizzare tutti i sogni, dovrò restare sempre focalizzata sui miei obiettivi e non perdere mai la giusta determinazione“.
Per concludere, cosa vorresti lasciare in eredità al mondo della pallavolo?
“Mi piacerebbe essere una fonte di ispirazione per le giovani atlete: spero che vedendo quali risultati sono riuscita a raggiungere possano coltivare i loro sogni senza farsi fermare da nessun ostacolo, possano divertirsi e godersi il proprio percorso. Sono convinta che un successo personale ha un valore tanto più grande quando diventa uno stimolo per gli altri“.
di Alessandro Garotta