Di Giuliano Bindoni
Si gioca la semifinale di CEV Cup maschile a Monza, ma gli occhi di tutto il mondo sono puntati sulla guerra tra Russia e Ucraina, e quella dello Zenit Kazan è una trasferta diversa dalle altre. In particolare per Micah Christenson, che si trova suo malgrado a ricoprire la particolare condizione di giocatore americano in territorio “nemico”.
A fine partita, Christenson non nasconde il disagio: “Diciamo che non è un momento con la testa super chiara, soprattutto per i nostri ragazzi, ma direi per tutto il mondo. È una situazione abbastanza particolare, però ci siamo detti prima della partita che in campo siamo una famiglia, e che siamo venuti a giocare un po’ per scappare da tutto il casino che c’è. Abbiamo fatto bene, abbiamo giocato i primi due set alla grande e sono orgoglioso della mia squadra“.
Forti dubbi sulla gara di ritorno, che si dovrebbe disputare in Russia mercoledì 2 marzo: “Speriamo di giocare in casa – sorride il palleggiatore –, ho parlato anche con i ragazzi di Monza e ho detto loro che spero di vederli. Non sappiamo ancora niente, ma deciderà la CEV. Noi facciamo quello che possiamo, quello che posso dire è che a Kazan sono molto bravi a farmi sentire sicuro“.
