Di Redazione
Michał Kubiak è di nuovo al centro delle polemiche. Qualche giorno fa il giocatore polacco, intervistato dal popolare canale YouTube Prawda Siatki, si è lasciato andare a dichiarazioni piuttosto pesanti contro i giocatori dell’Iran: “Sono persone cattive e scorrette” avrebbe detto tra l’altro Kubiak, secondo quanto riportato da Sportowe Fakty, aggiungendo un eloquente “Per me questa nazione non esiste“. Il video dell’intervista è poi stato rimosso dal web e ripubblicato senza le dichiarazioni “incriminate”, ma nel frattempo era già scoppiata la bufera mediatica.
Oggi Kubiak si difende con un comunicato pubblicato da tutte le principali testate: “Prima di tutto, come tutti gli altri, ho diritto alla mia opinione. In secondo luogo ho il diritto e persino il dovere di rispondere quando la mia famiglia, i miei compagni di squadra e io stesso siamo oggetto di minacce da parte dei giocatori della squadra avversaria e dei loro fan. E queste situazioni si sono verificate durante le partite con le squadre iraniane“.
“Le mie parole – aggiunge Kubiak – erano indirizzate solo a persone con cui ho avuto a che fare personalmente, giocatori e tifosi di pallavolo. Mi dispiace che possano essere state fraintese, forse le ho pronunciate nel contesto sbagliato. Vorrei sottolineare che sono molto lontano dalle opinioni xenofobe che mi sono state attribuite in questi giorni. Il razzismo e la mancanza di rispetto per i colori nazionali e per l’avversario sono inaccettabili e indegni di un atleta. Allo stesso tempo ribadisco che non cambia la mia opinione sui pallavolisti iraniani e sui sostenitori che hanno insultato la mia famiglia e i miei amici“.
Gli attriti tra Kubiak e le squadre iraniane proseguono da lungo tempo: l’ultimo, clamoroso episodio risale alla finale dei campionati asiatici per club, in cui si scontravano i Panasonic Panthers (la squadra dello schiacciatore polacco) e gli iraniani dello Shardari Varamin. Alla fine della gara, vinta dallo Shardari, Kubiak scatenò una vera e propria rissa in risposta alle provocazioni dei giocatori avversari.