Di Redazione
Ancora una vertenza aperta sui mancati pagamenti per la scorsa stagione sportiva: questa volta riguarda Mina Popovic, ex centrale della VBC Èpiù Casalmaggiore, oggi alla Savino Del Bene Scandicci.
Com’è noto, la stagione 2019-2020 si è conclusa con un accordo tra procuratori, società e Lega Pallavolo Serie A Femminile in base al quale le squadre di Serie A1 si sono potute iscrivere al campionato successivo previo pagamento del 70% dei compensi ad atleti e staff. Il restante 30% dei pagamenti è rimasto oggetto di trattativa tra società e giocatrici: nel caso di Popovic, però, la “quadra” con la società casalasca non si è mai trovata e così l’atleta e il suo agente hanno deciso di presentare un ricorso alla CEV. Stessa procedura seguita, a luglio dello scorso anno, da un’altra ex giocatrice della VBC, la palleggiatrice Ana Antonijevic.
“La differenza con le altre società – spiega Roberto Mogentale, procuratore di Popovic – è che Casalmaggiore non risponde a nessuna mia telefonata e nemmeno alle e-mail inviate, mentre con altri club, sia in Italia sia in altri paesi, siamo riusciti in brevissimo tempo a trovare un accordo tra l’80% e l’85% dell’ingaggio pattuito. Sottolineo che alcuni club hanno invece rispettato il contratto al 100%. Ma in questo caso, non avendo nessuna possibilità di contattare il presidente, trovo anche difficile stabilire un accordo. Per questo ci siamo rivolti alla CEV, anche se purtroppo i tempi sono lunghi“.
“Non c’è stata nessun’altra società, in Italia o all’estero, con la quale non abbia trovato un accordo – conclude Mogentale – che poi è stato rispettato da parte nel club con i dovuti pagamenti. Alla fine il Covid-19 non è certo colpa delle società né delle giocatrici, è naturale che ci siano o ci siano state società che abbiano sofferto economicamente più delle altre, in base ai settori merceologici delle aziende che fanno da sponsor“.
La società casalasca ha poi risposto alle dichiarazioni di Mogentale con una nota ufficiale.