Quando il mio unico amico era una palla da pallavolo

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Di Stefano Benzi

Fate finta di non aver visto la foto che correda il pezzo e di voler partecipare a questo quiz nel quale non si vince assolutamente nulla. Qual è stato il più importante strumento di marketing della pallavolo degli ultimi quarant’anni? Non un fuoriclasse, non una squadra, non un torneo particolarmente spettacolare ma un banalissimo pallone. Parlo di Wilson che nel film “Cast Away”, diretto da Robert Zemeckis e magistralmente interpretato da Tom Hanks, diventa il coprotagonista, l’unica “persona” con la quale colloquiare, un punto di riferimento con il quale sfogarsi, illudersi, sognare…

La storia nasce da una sceneggiatura e non è assolutamente vera e anche se molti troveranno delle similitudini in quanto accadde al marinaio britannico Alexander Selkirk, raccontato da William Defoe in “Robinson Crusoe”: le due avventure sono profondamente diverse.

Selkirk fu giudicato colpevole di ammutinamento: aveva un passato da pirata e le sue lamentele circa le condizioni del “Cinque Ports”, la nave su cui era imbarcato come ufficiale, non piacquero al capitano che lo lasciò da solo con dieci galloni di acqua, mezzo chilo di gallette e altrettanti di carne salata a Mas a Tierra, una piccola isola disabitata dell’arcipelago, ugualmente disabitato, di Juan Fernandez. Selkirk visse come un selvaggio per quasi cinque anni prima di essere ripescato da una nave britannica e riportato in patria.

Il protagonista di Cast Away riporta alla fiction di Chuck Noland, ingegnere di Memphis che lavora per la FedEx: si occupa dell’organizzazione logistica dei grandi poli di spedizione ed è ossessionato dal tempo. Una delle sue battute più famose del film è.. “tic-tac, tic-tac, time is running”: una battuta che oggi compare a mo’ di poster in diversi magazzini che si occupano di spedizioni con l’ossessione di dover recapitare in giornata qualsiasi collo in arrivo.

Chuck imparerà a sue spese che il tempo vale il peso che vale: il suo aereo cargo precipiterà in una tempesta tropicale e lui sarà l’unico sopravvissuto. Il segnalatore d’emergenza che geolocalizza la posizione dell’incidente va perduto e Noland, svenuto, viene trasportato fino a un’isola deserta. Qui le correnti gli recapiteranno i cadaveri dei suoi compagni di volo ma anche lo stretto necessario per sopravvivere. Cose utili e inutili: regali, un paio di pattini e un pallone da pallavolo, Wilson, che firmato con l’impronta della mano insanguinata dell’ingegnere e un cespuglietto sulla parte superiore, diventa l’unico amico con il quale colloquiare. Geniale la scena nella quale il naufrago crea il fuoco, drammatico il momento in cui Noland supera un momento di debolezza nel quale lo sfiora l’idea di suicidarsi, estremamente verosimile il punto in cui il protagonista riesce a strapparsi un dente malato dell’arcata superiore con l’aiuto di una pietra e la lama di un pattino.

Dunque è esistito un Alexander Selkirk che ha dato vita a Robinson Crusoe; ma il personaggio Chuck Noland in realtà non c’è mai stato. Anche se ci piace pensare che un naufrago in carne e ossa abbia fatto amicizia con un pallone da pallavolo. Il merito della storia è di William Broyles, lo scrittore che ha steso la sceneggiatura da Oscar: Broyles stava ispirandosi a diverse storie di naufragi e sopravvivenza tra le quali la più drammatica era stata quella di un pescatore di El Salvador, José Alvarenga, sopravvissuto per 13 mesi in una sperduta isola deserta del Pacifico quando la sua imbarcazione affondò. Tracciata la posizione di Alvarenga, Broyles pretese di essere trasportato sulla stessa isola con pochi generi di necessità e la sua macchina da scrivere. Lì visse in totale isolamento per dieci giorni prima di essere recuperato dallo staff della Playtone, la società di produzione del film.  Quattro giorni dopo il suo arrivo, un pallone da pallavolo arrivò sulla spiaggia, un pallone della Wilson: Broyles la trovò un’idea geniale e umanizzò l’oggetto fino a farlo diventare di fatto il muto e inanimato coprotagonista del film. L’idea piacque tantissimo a Tom Hanks che volle che nella parte finale del film, quando sulla zattera costruita con la parete in vetroresina di un bagno chimico stava affrontando l’Oceano, Wilson si separasse da lui, trascinato via da un’onda sollevata dal passaggio di alcune balene. “Non ce la faccio Wilson, non ce la faccio… perdonami amico mio…” urla Hanks al pallone che si allontanava mentre lui tornava sulla zattera a nuoto.

La storia è a lieto fine: Noland, allo stremo e quasi ucciso dal sole, dalla stanchezza e dalla sete, viene intercettato da una nave e torna a casa diversi anni dopo il naufragio per diventare superospite dei talk show televisivi.

La sua fidanzata ormai è sposata e madre. A casa – dove mantiene le abitudini consolidate sull’isola – l’ingegnere, in una parte che viene poi tagliata dal film distribuito nelle sale, dirà… “Ognuno è solo, ognuno è naufrago: io almeno avevo Wilson”. Quello della solitudine è un tema molto caro alla produzione musicale e cinematografica americana. “Si nasce e si muore soli” dicono molte canzoni e moltissimi attori.

Morale: Hanks, nominato per l’Oscar riceverà un Golden Globe. Wilson vincerà il Critics Choice Award come miglior oggetto inanimato. Il film, costato 90 milioni di dollari ne incasserà solo dai botteghini 500 più altrettanti da videocassette, dvd e distribuzione televisiva.

Tom Hanks, per rispetto del film e della sua sceneggiatura, rifiutò sempre di farsi ritrarre con il pallone con cui aveva condiviso il set: solo in un’occasione, nel 2015, Hanks accettò uno scatto. L’attore, grande appassionato di hockey era a vedere i New York Rangers e un ragazzo, abbonato in un posto vicino al suo, fan di “Cast Away” gli chiese di scattare la foto con il suo “Wilson”. Impresa riuscita…

Wilson è entrato nelle case di oltre un milione di persone: tale infatti è stata la vendita di palloni da pallavolo subito dopo il successo del film. E alla Wilson hanno colto l’occasione: on line si trova ancora oggi in vendita la copia del pallone di Cast Away, con tanto di impronta e di citazione del film, a 19.90$.

 

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