Di Redazione
Ha trascorso il primo mese della quarantena nel suo bilocale di via Roma il centrale della Tinet Gori Wines Prata, Mirko Miscione.
Il classe 1988, abruzzese di Vasto, è stato intervistato
Aspettando che la Federvolley e la Lega dei club di Serie A si esprimessero sul futuro dei campionati, ha preferito restare sul “posto di lavoro”. «Anche perché per 15 giorni, agli inizi di marzo, ho avuto l’influenza – racconta Miscione così prudenzialmente ho preferito restarmene da solo nell’appartamento messomi a disposizione quest’anno dalla società».
«Ho vissuto da solo, con i miei compagni che a turno andavano a farmi la spesa. Da due settimane mi sono ripreso e ho ricominciato ad allenarmi, seguendo il programma che ci ha inviato il preparatore del club “.
«Per il resto leggo molto e passo molto tempo a guardare YouTube soprattutto video di psicologia, una materia che mi ha sempre appassionato». «Per la prossima stagione si vedrà. I dirigenti di Prata sono rimasti contenti del mio rendimento e anch’io della società , seria, puntuale. Se dovesse esserci l’opportunità, farei volentieri un’altra stagione qui. Tutto però è legato a questa situazione non facile che stiamo vivendo e alle sue ricadute economiche. Credo che nel prossimo futuro molte società dovranno riconsiderare budget e i programmi.
Dal canto mio, visto che tra l’altro non sono più ragazzino, sto pensando anche a crearmi un’alternativa fuori dai campi di volley. Oltre a quello italiano, grazie a mia madre, ho anche il passaporto canadese; sono laureato in chimica e sto valutando alcune proposte. Non escludo che potrei anche crearmi un avvenire all’estero, oltreoceano».