Nella testa di Luciano Pedullà: la Coppa Italia, il ritorno in panchina e il ricordo di Sara Anzanello

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Di Paolo Frascarolo

Allenatore, professore e studioso della pallavolo, semplicemente Luciano Pedullà. L’allenatore classe ’57, tra le altre di Igor Gorgonzola Novara e Saugella Monza, vive attualmente una stagione lontano dai campi della massima serie, ma non dal mondo della pallavolo, che segue sempre con interesse. “Un aggiornamento continuo“, come ama definire lui stesso.

Quello di questo fine settimana rappresenta un momento importante per il volley in rosa, con la Final Four di Coppa Italia a Verona pronta a richiamare l’entusiasmo degli amanti di questo sport. Un trofeo che Luciano Pedullà conosce molto bene, avendolo conquistato nella stagione 2014-2015 con Novara, a cui si aggiungono ben due edizioni della categoria A2.

Ai microfoni di Volley NEWS, il “Prof” si racconta tra presente e futuro, partendo proprio dalla Coppa Italia.

La Coppa Italia è un trofeo a lei caro. Cosa ne pensa della formula a 4?
“È affascinante e interessante. Con le modalità seguite in questi anni è sicuramente una delle formule migliori che potrebbe essere fatta. Mi piace molto, però, come la realizzano in Germania, dove abbinano la Finale Maschile a quella Femminile nella stessa data e nello stesso Palazzetto, Sarebbe però, a mio parere, più interessante realizzare una Coppa Italia unica tra A1 e A2 con gironi da disputare appena prima dell’inizio del Campionato – dando spazio per due settimane di lavoro ai Club dopo le competizioni internazionali, attraverso la quale prepararsi all’imminente campionato. Le otto rimanenti disputerebbero i quarti di finale e le semifinali in partita unica in casa della formazione con Ranking peggiore, qualificandosi poi per la finale unica, da giocare con quella maschile dei Club di A1. In questo senso si potrebbe abbinare un corso per gli Allenatori, obbligatorio e gratuito per quelli di Serie A, tenuto dai tecnici delle Nazionali Italiane nel quale presentare le evoluzioni internazionali della pallavolo, il percorso svolto l’anno precedente dalle squadre azzurre e quello programmato per il futuro, e infine gli studi di settore che si stanno effettuando, dal punto di vista tecnico, tattico e statistico”.

Un’occasione di grande spettacolo per i tifosi del volley?
“Certamente! La pallavolo Italiana femminile sta molto bene di salute dal punto di vista dei talenti che giocano nei nostri campionati che garantiscono lo spettacolo per il pubblico. Le Finali sono sempre molto avvincenti: ricordo proprio la partita di semifinale tra Novara e Monza nella scorsa stagione che ha regalato momenti di emozioni e di spettacolo. La localizzazione di Bologna lo scorso anno, e di Verona in questa stagione, favorisce la possibilità di raggiungere il campo di gara facilmente dando l’opportunità a chiunque di assistere a una pallavolo di alto livello”.

L’attuale classifica rispecchia i valori reali delle squadre?
“Direi di sì. Conegliano, Novara e Scandicci – rigorosamente in ordine alfabetico – sono per roster, organizzazione generale e livello di gioco un gradino sopra le altre squadre. Busto è stata brava a sfruttare positivamente un Calendario del girone di andata favorevole per acquisire la quarta posizione, sopravanzando il gruppo delle aspiranti outsider e conquistando l’ultimo posto per l’accesso alle finali”.

Un pronostico? 
“È sempre difficile farlo quando si gioca su gara unica; nonostante ciò mi sbilancio dicendo che vedo Novara in finale e la vincente della gara tra Conegliano e Scandicci favorita per la vittoria della Coppa. Poi per un pronostico secco mi sbilancio ulteriormente e dico Scandicci: per fame, livello attuale di gioco e stima del lavoro di Parisi”.

I paragoni con il passato. Trova davvero così tante differenze con il volley di un tempo?
“La maggiore differenza come in tutte le altre discipline sportive deriva dalla prestazione fisica che gli atleti di oggi riescono a esprimere, e che ci porta ad avere una tecnica più precisa anche nel controllo di azioni nelle quali è aumentata costantemente la velocità di esecuzione. Non è possibile inventare cose particolarmente nuove nella espressione del gioco della pallavolo. Quando frequentavo l’Istituto Superiore di Educazione Fisica, parliamo del 1978, il mio insegnante di pallavolo, professore Walter Rapetti sosteneva che si sarebbe arrivati a vedere squadre che avrebbero giocato con un solo palleggiatore il quale poteva distribuire la palla a 5 attaccanti pronti per schiacciare; era il periodo delle vittorie scudetto della Klippan Torino con il 4-2 di Prandi! All’epoca ci sembrò un visionario ora fa pensare a una sorta di Jules Verne”.

Un po’ presto per vedere il Prof in pensione. Possibilità di ritrovarla su una panchina di A1?  
“Ho ricevuto proposte anche nel corso della stagione ma ho ritenuto di voler portare avanti con tranquillità altri impegni, per questa annata. Si tratta di priorità come mi ha detto un caro amico la settimana scorsa. Ma questo non mi ha tolto la voglia di tornare in palestra per una attività che possa interessarmi e coinvolgermi con l’entusiasmo che ho vissuto anche nella scorsa stagione a Monza. Annata che mi ha insegnato tante cose molto interessanti e che mi piacerebbe “sperimentarle” appena avrò la possibilità di tornare in palestra con un gruppo affascinante. E fino a quando avrò voglia, entusiasmo e interesse a imparare la pallavolo resterà una delle mie passioni”.

Infine, un doveroso ricordo. Quanto manca alla pallavolo italiana Sara Anzanello? 
“Mi è capitato di recente di andare volutamente sulla pagina Instagram di Sara e rivedere tutto il suo percorso da prima del trapianto agli sfortunati giorni nostri. A dire certe cose si rischia di essere retorici ma non è possibile esimersi dal ripetere che Sara manca tantissimo a me (come mi mancano Giannetti e Ruga anche loro recentemente scomparsi) e a tutta la pallavolo, e che ogni giorno mi tornano in mente alcuni momenti vissuti insieme in palestra. Quando fu operata nel 2013, c’era in corso la Coppa Italia a Varese – arrivò la notizia della operazione il 17 marzo, giorno della finale – e tutte le atlete si presentarono prima della gara con un incoraggiamento per lei. Sarebbe bello rivedere tra sabato e domenica prossima, un suo ricordo e un pensiero di tutta la pallavolo solo per lei, ANZA#1!”.

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