Di Roberto Zucca
L’autocritica non fa parte del carattere di ogni atleta. Il coraggio di esprimersi, e di ammettere errori da cui trarre frutti preziosi in vista del futuro, neanche. Per Nicola Cianciotta il discorso è diverso, ed è importante partire da un’ammissione di colpa, per quanto parziale e giustificabile, rispetto alla precedente stagione, da cui è poi ripartito alla volta di un bellissimo presente che si chiama Leo Shoes Casarano:
“Sì, devo ammettere che lo scorso anno ci sono state alcune cose che non sono andate e non mi sono piaciute. Mi aspettavo certamente di più da una società come Mondovì a livello professionale, qualcosa che invece non è arrivato. Sono quegli anni in cui non viene bene nulla, anche se noi atleti ci mettiamo il nostro carico da novanta per fare sì che le cose si complichino“.
Nel suo caso?
“Tante discussioni con il tecnico Denora. E mi creda, ripensarci mi dispiace molto, anche perché non è bello ricordare gli episodi. Umanamente ci siamo rimasti male entrambi e io mi sono portato dietro una lezione molto preziosa“.
Quale?
“Che la parola di un tecnico è legge. Il rispetto per le decisioni, per la guida di una squadra e per la gestione è affidata ad un allenatore è la base da cui sono ripartito“.
Cosa c’è nel rapporto con coach Licchelli?
“Fiducia. Tanta. Oltre ad una grande responsabilità affidatami, ossia di cercare di essere un esempio per i ragazzi più giovani. Ho un mio vissuto, non sono il più giovane del gruppo e con il mio comportamento dentro e fuori dal campo devo cercare di trasmettere sempre il giusto atteggiamento“.
Il gruppo è tra i più affiatati della A3.
“Un gruppo splendido, uno dei migliori in cui ho militato. Quello che mi piace di più osservare è il sostegno che esiste tra tutti gli elementi. Non esistono persone che dalla panchina si rallegrano se un compagno non gioca come dovrebbe per poterne poi prendere il posto. Avviene il compagno. Questo ci garantisce una solidità che in campo ha portato molte cose buone. Dobbiamo solo lavorare sui cali di tensione e poi possiamo guardare ai migliori obiettivi per il proseguimento del campionato“.
Si dice che alcune partite le abbiate giocate pensando che ogni palla fosse una finale.
“Siamo in un girone in cui tutte possono vincere con tutti. Ortona e Catania stanno sicuramente facendo meglio degli altri, ma anche per loro il cammino non è semplicissimo ed è già capitato che muovessero qualche passo falso non appena hanno abbassato la guardia“.
Prima di ripartire dalla A3, l’avventura in nazionale.
“L’estate più bella della mia vita, passata col gruppo dell’Under 22, con il quale ormai ho un rapporto simbiotico. Abbiamo avuto la grande fortuna di stare a Cavalese e di poterci allenare con il gruppo del Mondiale qualche volta. Vedere di fronte Balaso, Anzani, ma anche il mio compagno Michieletto è stato molto importante“.
Cosa si porta a casa da quelle occasioni?
“Il sogno, che, come dice De Giorgi, ci deve portare a dare il massimo. La professionalità, l’atteggiamento, il modo di fare ed esprimersi che vedi nelle persone che oggi detengono il titolo di campioni del mondo. E la voglia di farne parte un giorno“.